Decreto Rilancio: la nuova sanità tra infermieri di territorio e movimenti No vax

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Decreto Rilancio: la nuova sanità tra infermieri di territorio e movimenti No vax

La presente emergenza coronavirus ha spinto l’opinione pubblica verso una maggiore consapevolezza nei confronti della medicina (sebbene l’emotività spesso abbia avuto il sopravvento), mentre lo Stato ha deciso di riprendere il suo ruolo di tutela della salute pubblica: è di ieri il Decreto Rilancio che prevede 9mila e 600 nuovi infermieri che potranno affiancare sino al 31 dicembre i medici di base per controllare durata e dosi delle terapie, oltre che prendere in carico tempestivamente i casi iniziali di Covid-19.

La legge prevede la presenza 8 “infermieri di territorio” ogni 50mila abitanti. Un numero cospicuo, che lascia bene intendere quali direttrici ha preso il Sistema sanitario per il futuro. La presenza capillare di infermieri e la loro vicinanza alle esigenze dei cittadini gioverà alla prevenzione dell’epidemia ed anche a chi, suscettibile alle campagne di (dis)informazione dei movimenti No vax (antivaccinisti), ha bisogno di orientarsi nel mondo delle terapie e delle vaccinazioni.

Certamente quando l’emergenza coronavirus terminerà riprenderanno con più vigore i movimenti No vax, i cui componenti sono molto attivi sul web con opinioni che fomentano teorie complottiste e screditano la comunità scientifica, accusata di conflitti di interesse ed altre nefandezze.

Fermo restando che le aziende farmaceutiche mirano al profitto, spetta alle autorità pubbliche difendere gli interessi dei cittadini.
Quest’ultimi non potranno restare tranquilli finché vedranno sostare i rappresentanti di farmaci nelle anticamere dei medici di famiglia. Gli informatori medico scientifici non devono stare negli ambulatori. I nuovi preparati vanno presentati piuttosto in convegni indipendenti, con una pluralità di voci per controllare la validità degli studi clinici sui nuovi medicinali. Questa è utopia? Forse. Certamente le cose in futuro devono cambiare.

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