Decreto Mezzogiorno, arriva la proroga iperammortamento

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Decreto Mezzogiorno, arriva la proroga iperammortamento

ROMA – Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha espresso soddisfazione per l’entrata in vigore, del decreto Legge n. 91 (cosiddetto Decreto Mezzogiorno) che introduce una proroga del termine di consegna dei beni in iperammortamento e stabilisce alcune garanzie supplementari per le aziende italiane soggette ad Amministrazione Straordinaria.
Per effetto della prima misura il termine di consegna dei beni in iperammortamento originariamente previsto è stato differito al 31 luglio 2018, fermo restando che sono in corso approfondimenti tecnici per verificare la possibilità di reperire ulteriori risorse idonee a consentire una proroga trimestrale o semestrale. Resta in ogni caso ferma la condizione che gli investimenti in oggetto si riferiscano a ordini accettati entro la data del 31 dicembre 2017 e che, entro la medesima data, sia anche avvenuto il pagamento di acconti in misura non inferiore al 20%.
“Dal confronto con le imprese – ha commentato il Ministro Calenda – sta emergendo la possibilità che il significativo aumento degli ordinativi, soprattutto dei macchinari industriali più complessi che beneficiano dell’introduzione dell’iperammortamento, possa determinare l’oggettiva impossibilità per le imprese di rispettare le date per la consegna dei beni che erano state previste dalla norma. Il governo fa dunque un ulteriore passo a favore della possibilità per le imprese di sfruttare le enormi potenzialità del piano industria 4.0 per innovare e crescere”
Quanto alla disposizione sulle Amministrazioni straordinarie, si prevede che nei casi in cui le società cessionarie di complessi aziendali di società sottoposte ad Amministrazione Straordinaria (A.S) si rendano gravemente inadempienti nell’esecuzione del contratto di compravendita e si rendano insolventi, è possibile il loro assoggettamento ad Amministrazione straordinaria in luogo del fallimento, pur in assenza dei requisiti dimensionali previsti dalla legge per l’apertura della procedura (500 addetti e debiti non inferiori ai 300Mln di euro). In pratica, la norma adottata è volta a consentire il perseguimento del tentativo conservativo fallito per l’inadempienza dell’acquirente divenuto insolvente, evitando il fallimento che sarebbe inevitabile nel caso in cui l’impresa abbia nel frattempo perduto i requisiti dimensionali per l’accesso alla A.S.
“Grazie all’approvazione della norma – ha commentato il Ministro Calenda – saremo in grado di mettere in campo una ulteriore garanzia per le aziende e per i lavoratori in difficoltà perché saremo in grado di estendere la copertura della procedura dell’amministrazione straordinaria anche a quei casi in cui la società acquirente si venga a trovare in una situazione di insolvenza e non sia in grado di rispettare gli obblighi assunti”.

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