Da Mozart a Mahler, con Leonardo Catalanotto e la Piccola Orchestra del TMB

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Da Mozart a Mahler, con Leonardo Catalanotto e la Piccola Orchestra del TMB

Il direttore d’orchestra Leonardo Catalanotto è un “giovane siciliano di autentico talento, e di conoscenza e umiltà” (giudizio dell’autorevole critico musicale Paolo Isotta). Più volte sul podio del Teatro Massimo Bellini, il maestro Catalanotto qualche stagione fa ha lasciato buon ricordo di sé con il rossiniano “Il Turco in Italia” regia di Michele Mirabella. Ieri sera Catania, con la Piccola orchestra del TMB, lo ha avuto ancora una volta direttore. Con successo. Ma non ha concesso bis.

Il concerto, previsto al Cortile Platamone, dunque all’aperto, per la pioggia è stato trasferito al chiuso, al teatro Sangiorgi; valido rimpiazzo. Per la sua particolarissima storia, architettura e fasto decorativo, il Sangiorgi si è rivelato più adattato al programma musicale legato a tre compositori che vissero nella fiammeggiante Vienna, città imperiale “cuore della vecchia Europa e principio della sua fine”: Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791); Robert Fuchs (1847-1927) e Gustav Mahler (1860-1911).

Di Mozart è stata eseguita la Sinfonia n.40 in Sol min. K 550. Troppo nota per parlarne ma è sempre sorprendente ascoltarla, perché apre molte domande sulla vera o supposta “leggerezza” versus “drammaticità” della partitura.

Di Robert Fuchs, autore poco apprezzato in vita come compositore, è stata proposta la Serenade n.1, op. 9 : ascoltarla è stato come rivedere in sogno il Prater di Vienna, il parco di divertimenti con la ruota panoramica e le atmosfere nostalgiche del tempo che fu: tutto apparentemente tranquillo e ordinato, come placida fu la vita di Fuchs, uomo di poche pretese ma valido docente al conservatorio di Vienna.

Di un suo allievo, Gustav Mahler, più noto in vita come direttore d’orchestra che come compositore, è stato eseguito l’Adagietto molto lento dalla Sinfonia n.5, brano usato dal regista Luchino Visconti per il film “Morte a Venezia”, tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Mann il quale, a sua volta, si ispira a Mahler per tratteggiare il protagonista del romanzo. Un cortocircuito. Ma estremamente interessante, perché mette in campo le pulsioni più profonde della psiche, anche quelle della sessualità, un tempo indicibili, che proprio a Vienna affiorarono con la psicanalisi di Sigmund Freud, che ebbe Mahler suo paziente. Mentre Vienna seguiva la traiettoria dalla grandezza alla decadenza.

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