Cronache misterbianchesi: una via a chi le spara più grosse?

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Cronache misterbianchesi: una via a chi le spara più grosse?

Le palle sono quelle di un antico cannone. A spararle – come si vede nell’incisione – è una popolana, una delle tante che innalzarono barricate negli anni turbolenti del Risorgimento. No, lei non è, come forse state pensando, “Peppa ‘a Cannunera”, nota a Catania per aver combattuto, a fianco degli insorti, nella concitata giornata del 31 maggio 1860, al tempo dello sbarco ed avanzata di Garibaldi in Sicilia. L’immagine mostra invece la messinese Rosa Donato, una “tosatrice di cani” (questo era il suo mestiere) che, scoppiata la rivoluzione antiborbonica del 1848, diede fuoco alle polveri di un cannone.

Le due donne artigliere – vedi un po’ i casi della vita – morirono a 60 anni di età: ed è questa l’unica cosa certa che si sa sulla loro vita, giacché si ignorano ancora i dettagli biografici (persino il vero cognome di Peppa è sconosciuto). Incerto è anche il loro pensiero politico, giacché esse non lasciarono nulla di scritto, essendo illetterate: di conseguenza si possono soltanto supporre le concezioni e gli ideali che le spinsero ad uccidere, combattendo eroicamente strada per strada (cosa le inquietava? Chi temevano? A cosa aspiravano?).

Le popolane Peppa e Rosa sono due figure minori, ma degne comunque di essere ricordate soprattutto adesso che interpretazioni distorte del nostro Risorgimento vogliono farci credere che il popolo non ebbe alcun ruolo nel processo unitario della nazione italiana.

La Commissione Toponomastica comunale di Misterbianco, che è incaricata di intitolare a personaggi più o meno illustri vie o piazze, può prendere in considerazione Rosa Donato, “Peppa ‘a Cannunera” e, soprattutto, il misterbianchese Rosario Scuderi, proprietario di una casa in campagna in contrada Mezzo-Campo, dove – nell’imminenza dell’arrivo dei Mille – vi era un deposito di armi e di munizioni. In questa casa, che era anche luogo di propaganda politica antiborbonica (come afferma lo storico Vincenzo Finocchiaro) si riunivano i Comitati segreti e partivano le staffette.

Proprio a Misterbianco, su iniziativa dei patrioti, il 20 maggio 1860 sventolò il Tricolore. Lo stemma della casa regnante Borbone – Due Sicilie fu perciò umiliato. L’indomani, 21 maggio, il generale Giuseppe Poulet venne in paese per raccogliere squadre di contadini, incaricati di fare da supporto mano armata all’Esercito meridionale garibaldino.

Cosa si sa sul patriota misterbianchese Rosario Scuderi? Abbiamo un suo ritratto? Esistono suoi eredi? Qualcuno sa individuare la casa di Mezzo-Campo in cui si riunivano latomicamente i patrioti? Sarebbe bello piantare in quel luogo un albero, assecondando il progetto “I Giardini delle Giuste e dei Giusti” proposto dal gruppo di Toponomastica femminile ed approvato la scorsa settimana dal Comune di Misterbianco, con un budget di 20mila euro inserito nel Bilancio Partecipativo 2019.

Ringrazio l’amico collezionista per la rarissima incisione effigiante Rosa Donato

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