“Che fai tu luna, in ciel? dimmi che fai. Silenziosa luna?” … a Ferragosto?

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“Che fai tu luna, in ciel? dimmi che fai. Silenziosa luna?” … a Ferragosto?

Ferragosto è un momento topico dell’esperienza di vita per ciascuno di noi – almeno in Italia – che, oltre a essere una svolta del tempo cronologico lo è anche del nostro tempo psichico.

In questa notte, per convenzione, di festa e di chiasso, quando il mattino avanza, dopo il falò, quando i canti si abbassano nel tono e qualcuno è vinto da Morfeo; qualcun altro, non tanti, pensa a se stesso pensante e a “le morte stagioni, e la presente e viva”, soprattutto se lei o lui hanno fatto finta di niente e il desiderio così com’è nato è morto e magari solo allora ci si rende conto che l’uomo viene gettato nel mondo e deve accettare di vivere con angoscia la sua esistenza.

Ora qualcuno mi potrà dire: ma perché alcuni sono presi dall’angoscia e altri no? Non è facile rispondere. Certo si può dire che forse c’è un problema di sensibilità, per il quale, per esempio, alcune persone non si fanno mai delle domande. Vivono tranquillamente una vita all’esterno, si accontentano di quello che succede, e la loro vita scorre. Nessuno può biasimare questa modalità. Ma ci sono invece poi delle persone che si fanno delle domande. E siccome a queste domande non si può mai rispondere, proprio la mancanza di risposta può generare l’angoscia. E allora l’angoscia diventa uno strumento significativo.

La persona sofferente crede di essere la persona più disgraziata del mondo: in realtà quella sofferenza diventa quella spina che è nel fianco, oppure che è dietro la nuca, ci impedisce di dormire e quindi ci spinge verso la conoscenza, ci spinge a capire cose, che altrimenti non avremmo mai capito.

Una persona angosciata, che è costretta a pensare, ha un tipo di nobiltà che la persona che non conosce angoscia, non ha mai avuto né potrà mai avere.

Questo tipo di nobiltà ha un prezzo molto alto. Non è facile dire se vale la pena o non vale la pena di pagarlo, tuttavia bisogna pagare questo prezzo. Anche perché poi, in fondo, le cose veramente importanti nella vita non vengono mai date con uno sconto, hanno sempre un prezzo.

Poi albeggia e le ubbie si dissolvono coi primi chiarori del giorno che viene.

Felice Ferragosto ai nostri lettori.

 

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