Catania, era il gigante indiano Caytania?
martedì 1 Marzo, 2016

E’ stata una città greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola, inevitabilmente una città aperta e tollerante. Catania edificata con la nera pietra del vulcano e tuttavia assolutamente solare e luminosa, in virtù delle sue 2.528 ore annuali di sole, la media più alta d’Italia. A volte pare che di tutte queste etniche vestigia, ne siano rimasti soltanto i reietti, i farabutti, gli “indesiderati”di altre culture e altre società. Un immenso”carcere speciale”a cielo aperto dove “abilità”multietniche e multidimensionali attecchiscono in maniera simbiotica producendo un unico organismo: una megacellula pulsante spurgante quantità immense di immondizia! Negli ultimi 50 anni è cambiato solo il “colore” della spazzatura (con spazzatura intendo qualsiasi produzione in primis quella “culturale”), ma “l’olezzo” è peggiorato, rendendo “fossile” e combustibile ciò che prima delle due guerre mondiali era un fecondante e corroborante “limo”. Catania ebrea, Catania cartaginese, Catania egiziana pervasa dal culto isideo tradotto in devozione Agatina. Catania pagana, centro di riti massonici svuotati del loro etico significato, tradotto in clientelismi di bassa lega. La cultura a Catania è una rete a brandelli, dove i nodi costituiscono i baroni immarcescibili depositari del “sapere” e i brandelli “sapientemente” squarciati costituiscono micro-spazi affinché coloro che possiedono soltanto” il pensiero creativo” si possano “affacciare”, “arrampicare”, “intrecciare” e al primo soffio di vento far precipitare nel vuoto: IMMENSO…
Ma come direbbe il Filosofo: ”Il vuoto serve per capire il pieno e il pieno serve per capire il vuoto”. Allora il sillogismo corrispondente diventa: un organismo pieno di spazzatura stramazza nel vuoto il surplus di pensiero(nell’aere alla deriva)per mancanza di spazio…Il surplus di pensiero come direbbe la psicologia:
- Pensiero fluido Pensare di più… Generazione di grandi quantità di idee; Flusso veloce di pensiero;
- Pensiero flessibile Assumere diversi approcci… Varietà di tipi di idee; Capacità di passare da una categoria all’altra… Cambiare direzione di pensiero aggirando gli ostacoli;
- Pensiero originale Pensare in modo nuovo e unico… Risposte insolite… Idee astute Produzione mentale che si discosta dall’ovvio;
- Pensiero elaborativo Aggiungere a… Abbellire un’idea o una risposta semplice per renderla più elegante… Estendere o espandere ragionamenti o idee.
- Ebbene di questa gente affetta da surplus di pensiero, a Catania, ce n’è stata, ce n’è, e ce ne sarà sempre: addetta ai fumi, alle fumigazioni, agli incensi, di una città che puzza! Artisti, attori, cantanti e creativi in genere costretti a migrare per poter trovare un accesso alla Cultura! Ma se i canali o i nodi sono sempre gli “Stessi” l’appiattimento globale livellerà anche il “Loro” istinto di conservazione.” Essi” ignorano cosa e chi serpeggia per le strade della città!
- “L’ignoranza” che “Li” caratterizza è l’unica fonte di idee false: “Essi” si accontentano dei pregiudizi di nascita e si riferiscono, per le cose più essenziali, a persone interessate che si fanno un dovere di sostenere caparbiamente opinioni, da tempo acquisite, che non osano distruggere per timore di distruggere se stessi. Dopo avere inventate le idee false, ”Essi” non trascurano nulla per indurre la gente a crederci, senza permettere che si possano discutere. Ma già, non è vero a Catania le” discussioni” sono anche troppe! E qui dovremmo spezzare una lancia per la Qualità Totale (Total Quality), neologismo postfordiano di nipponico retaggio: i catanesi ( e oltre) sono per eccellenza gli “agorazein” di socratiana memoria. Passeggiatori e passeggiatrici di qualsiasi razza ed etnia “provocano” micro-eventi culturali: dove iniziano gli arabi (marocchini, tunisini, egiziani) continuano i turchi che mediano con gli slavi (polacchi, serbi, curdi e albanesi); la calata degli africani neri (senegalesi, sudanesi, kenioti) che si fonde con gli indiani di Sumatra e i mauriziani dello Sri Lanka (è spesso uguale il colore ma non le fattezze) fino a sfociare ai precolombiani (colombiani, cileni, peruviani) dove il colore varia a seconda della stagione, ma anche le”fattezze” sono diverse… e diversi (forse anche geneticamente) sono gli “asiatici”(di vasta origine: “cinesi” è come dire loro “umani”). Si pensi all’ineffabilità di stabilire i Siciliani, Italiani, e gli Italiani, Europei! La maggior parte di questi “stranieri” vengono da località turistiche dove spesso noi andiamo a far vacanza di massa o d’elite e loro, “gli stranieri”, si chiedono,: PERCHE’ LORO SI’?, E NOI NO? E da qui Jacopo Fo potrebbe dire: “E’ nato l’odio razziale postmoderno cosmico!” (se ci togli la “S” hai risolto l’Arcano o Archetipo a seconda del tipo di disciplina frequentata). La Confusione sembra l’ultima disciplina trend nell’ambito culturale multicomplessista middlewesteuropeo. Ma dove inizia e finisce la nuova Europa? I “nostri” bambini a scuola con i “loro” bambini potrebbe essere la Soluzione? O mangiare nei “loro” ristoranti? O frequentando i “loro” templi e feste religiose? O comprando la “loro” merce? O dandogli lavoro? O fidanzandosi e sposandosi con “loro”? C’è uno “iato”, uno spazio incolmabile tra pensiero e esperienza, che può solo permetterci un’analisi dei “dati” di fatto, un “sentire il polso” di una civiltà: QUESTA! Ma la stiamo ancora “vivendo”!