Case popolari: possibile il riscatto

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Case popolari: possibile il riscatto

CATANIA – «Questi settemila alloggi tra quarant’anni o poco più tornerebbero di proprietà del Comune, così abbiamo pensato a un’agevolazione molto forte rispetto alle condizioni precedenti per consentire a queste famiglie di diventare proprietarie pagando un anticipo di solo il 20% e rateizzando il resto in dieci anni».
Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco illustrando, nella parrocchia “Resurrezione del Signore” di Librino, il meccanismo che consentirà il riscatto degli alloggi in cooperativa dei quali gli abitanti detengono attualmente soltanto il diritto di superficie ma non il terreno concesso dal Comune per novantanove anni. Alla scadenza della concessione – le prime risalgono al 1973 – il terreno e soprattutto anche le abitazioni torneranno al Comune, a meno che chi abita gli alloggi non trasformi il diritto di superficie in diritto di proprietà, pagando una somma variabile tra da sei a dodicimila euro per un appartamento di ottanta metri quadrati.
Nell’incontro sono intervenuti gli assessori alle Periferie Rosario D’Agata e al Welfare e all’Emergenza abitativa Angelo Villari, Angelo Lagona, presidente della cooperativa edilizia “Gli amiconi” di Librino, tra le maggiori di Catania, e il consigliere Alessandro Porto. Quest’ultimo, capogruppo di “Con Bianco per Catania”, nella recente delibera del Consiglio comunale che ha lasciato invariato il prezzo di cessione del diritto di proprietà, ha inserito proprio l’emendamento che consente le agevolazioni.
«Ho voluto raccogliere – ha detto Porto, presente con i consiglieri Maria Ausilia Mastrandrea, Elisabetta Vanin e Nino Vullo – la richiesta di alcuni cittadini che posseggono alloggi in cooperativa pagando un canone di quaranta euro al mese più il condominio. Tutti erano preoccupati, con la crisi economica, di non poter riscattare le proprie abitazioni perché, con il precedente sistema, dovevano versare in pratica, con a garanzia una polizza fidejussoria, tutta la somma in due anni. Attraverso questo emendamento, elaborato con tutto il nostro gruppo consiliare e fatto proprio dall’Amministrazione con l’assessore Parlato, abbiamo messo a punto un sistema che consente di spalmare la cifra in dieci anni. Ritengo che tutti aderiranno, perché ogni padre, ogni madre, ha il desiderio di lasciare ai propri figli un tetto».
«Ringrazio il Consiglio comunale che ha approvato questa delibera e spero che facciano la stessa cosa anche i sindaci degli altri Comuni che si trovano in una condizione analoga alla nostra», ha aggiunto Bianco, che, su sollecitazione dei giornalisti ha poi accennato a una soluzione che si sta cercando di mettere a punto per consentire anche a quei cittadini che occupano, in affitto, alloggi di proprietà del Comune, di diventarne proprietari.
«Siamo alla ricerca – ha detto – di un grande gruppo che faccia da polmone economico finanziario per consentirci un’operazione di elevato contenuto sociale: consentire il riscatto delle abitazioni a un prezzo ultraeconomico. Così altre migliaia di catanesi avrebbero la possibilità, pagando una somma leggermente superiore a quella dell’affitto, di diventare proprietari della casa in cui abitano. Si tratta però di un progetto sul quale stiamo ancora lavorando».
Rivolgendosi ai giornalisti, il Sindaco ha infine dato loro appuntamento a fra qualche giorno nel cosiddetto Palazzo di Cemento, «Che – ha detto – ha un alto valore simbolico perché vi si svolgevano attività criminali e noi lo recupereremo grazie a un appalto già aggiudicato per destinarlo in parte ad uffici pubblici e in parte ad alloggi, per rispondere alla fame di case di migliaia di catanesi».

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