Antigone di Sofocle inaugura la stagione 2019-2020 del Teatro Stabile di Catania

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Antigone di Sofocle inaugura la stagione 2019-2020 del Teatro Stabile di Catania
  • In scena al Teatro Verga da martedì 15 a domenica 27 ottobre

    Con la regia di Laura Sicignano e gli interpreti principali Sebastiano Lo Monaco (Creonte) e Barbara Moselli (Antigone) si aprirà la stagione del Teatro Stabile di Catania con una lunga riflessione sulla ragione di Stato, disobbedienza civile, ribellione femminile, perdita del Sacro: che cosa significa affrontare il mito di Antigone in un momento storico in cui molti temi trattati nella tragedia di Sofocle sembrano tornati di bruciante attualità? E che cosa significa affrontarlo in una terra – la Sicilia – nutrita di grecità? I testi classici parlano al presente attraverso archetipi universali e il teatro è il luogo privilegiato per la messa in scena di quei conflitti irrisolti che ci riguardano da vicino. Chi ha ragione? Il re Creonte, il cui compito è controllare l’ordine sociale e mantenere la pace dopo la guerra civile? O Antigone, che ha come dovere supremo la sepoltura del consanguineo e viola perciò l’editto reale, in nome di una giustizia umana che precede e supera le leggi? Il dilemma che dilania i personaggi del testo sofocleo verrà elaborato – in un inedito, asciutto adattamento – nello spettacolo inaugurale della stagione 2019/2020 del Teatro Stabile di Catania, in scena alla sala Verga dal 15 al 27 ottobre, poi in tournée nazionale fino a fine marzo 2020. Il nuovo allestimento è stato presentato, ieri  al Teatro Verga, alla presenza di un foltissimo pubblico di giornalisti, abbonati, appassionati e artisti. Al tavolo dei relatori, il consigliere del Cda dello Stabile Fabio Roccuzzo, il direttore Laura Sicignano e Alberto Cardillo, capo della segreteria particolare dell’assessore regionale al Turismo, Sport e spettacolo Manlio Messina. Trattenuti da impegni inderogabili, il presidente Carlo Saggio e la vicepresidente Lina Scalisi hanno affidato i loro interventi ad una nota.La conferenza stampa  è coordinata dalla giornalista Caterina Andò, responsabile della comunicazione e dell’ufficio stampa.

    Laura Sicignano, alla guida dello Stabile da poco meno di due anni, firma la regia; traduzione e adattamento sono a cura della stessa Sicignano e di Alessandra Vannucci che, nel rispetto dell’originale, asciugano il testo e puntano ad un andamento rapido, che rifugge da enfasi e ripetizioni. Le musiche originali, eseguite dal vivo dal polistrumentista Edmondo Romano, provengono da strumenti derivati dall’antica cultura greco/turca/mediorientale; le scene e i costumi, liberamente ispirati ad un Medio Oriente nomade di infiniti conflitti, sono firmati da Guido Fiorato; luci visionarie e rigorose di Gaetano La Mela.

    Nei panni di Creonte, un grande attore siciliano di tradizione classica, Sebastiano Lo Monaco, mentre ad interpretare l’eroina della disobbedienza sarà Barbara Moselli, diplomata alla Scuola del Teatro Nazionale di Genova. Il cast è composto da un gruppo di attori creativi e potenti, valorizzati nelle loro individualità da una regia corale, tutti siciliani e con esperienze di rilievo nazionale: in ordine alfabetico, Lucia Cammalleri, Egle Doria, Luca Iacono, Silvio Laviano, Simone Luglio, Franco Mirabella e Pietro Pace sono parte della compagine di artisti che lo Stabile catanese sta riunendo attorno ad un’idea di teatro contemporaneo e popolare nel senso più alto del termine.

    «La nostra Antigone – spiega la regista Laura Sicignano – non dimentica il presente, ma non vuole esserne cronaca. Si muove tra la misteriosa cerimonia tragica e la concretezza dell’attore contemporaneo. Sarà poi lo spettatore ad accogliere la proposta di riflettere su quanto riusciremo a smuovere».

    Salvatore Settis, nel saggio “Il futuro del classico”, afferma che nessuna civiltà può pensare se stessa, se non dispone di “un altrove nel tempo e nello spazio”, ovvero di altre società come termine di comparazione. E la trama di Antigone è nota, tanto quanto il suo dramma è ricorrente nella Storia. All’indomani di una guerra civile, Creonte re di Tebe deve riportare la pace tra le macerie attraverso un editto: il sovrano condanna a rimanere insepolto il cadavere di Polinice, uno dei fratelli contendenti. Creonte come nuovo regnante è consapevole che il suo dovere ora è sancire il confine tra vincitori e vinti, buoni e cattivi, scrivendo la Storia con la Ragion di Stato e sradicando ogni focolaio di ribellione. Si oppone all’editto Antigone, senza odio, in ossequio alla legge morale e divina che le impone di seppellire il fratello. In scena l’irresolubilità del conflitto. Nel palazzo reale, bruciato dalla guerra, attraversato da lampi di luce cruda e da suoni dionisiaci, l’insanabile contrapposizione travolge tutti i personaggi della tragedia. (Nella foto l’attore Sebastiano Lo Monaco e la direttrice dello Stabile Laura Sicignano)

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