“8 Marzo, Parliamo di donne”: Caterina Coco, legata alla voce del mio violino…

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“8 Marzo, Parliamo di donne”: Caterina Coco, legata alla voce del mio violino…

Caterina Coco, nata nel 1991, si diploma con lode all’istituto musicale “Vincenzo Bellini” di Catania, viene ammessa per ben due volte all’audizione per entrare a far parte dell’ orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, con cui collabora da membro effettivo dal 2014. Abilitata all’insegnamento del violino col massimo dei voti, lavora sia in Italia che all’estero, con varie formazioni cameristiche e Teatri come il “Teatro sociale” di Como, “Ernst&Young” di Roma, il Teatro Comunale di Sassari; con l’ Orchestra giovanile “L. Cherubini” e da camera “Canova” di Milano. Insieme a Mina, ha lavorato per la registrazione di un album, ha ricoperto il ruolo di prima parte in “Danza con me” di Roberto Bolle, su Rai1; ha partecipato a “Radio Italia Live 2018”, in piazza Duomo a Milano, come membro dell’Orchestra Filarmonica Italiana. Nel 2019, prende parte al tour Antonacci&Pausini dove tiene la scena con l’esperienza di una veterana. Il 21 febbraio, in prima serata su Rai1, in occasione dello “Speciale per Bergamo – l’anno che verrà” ha accompagnato l’esibizione di Marco Mengoni che ha cantato, una rivisitazione del brano di Lucio Dalla contenuto nel titolo del programma: in trio, Caterina, un altro violino ed una violoncellista e l’accompagnamento del pianoforte e del moog. La voce del cantante e la bravura dei musicisti hanno firmato uno dei momenti più toccanti della serata.

Negli occhi ha il nero del Vulcano e nelle vene le scorre l’energia della lava incandescente, senza abbandonare mai l’eleganza con cui trattiene il suo amato violino, mai accessorio, ma parte di se. Non si fa ingabbiare dagli schemi, ama ricordare a se stessa che ogni viaggio per e nella musica arricchisce di emozione e conferisce nuova energia al musicista e al suo modo di fare musica. Tutta la musica le è di ispirazione, anche grazie alle frequentazioni con i cantautori italiani (ama moltissimo, – lo considera un poeta -, Pino Daniele) e la dance e pop music che il papà ascoltava e le faceva ascoltare. Ama i gatti e se la gioventù non le fa temere la novità, il grande legame con la sua terra la riporta sempre a casa, alla sua Zafferana in cui è cresciuta e in cui vive la sua famiglia.

Il privilegio che appartiene a chi si esprime attraverso la musica non deve impoverire la fatica e l’impegno che occorrono per raggiungere i livelli in cui ha trovato spazio Caterina Coco, soprattutto grazie alla chiarezza su una scelta fatta quando sulla torta di compleanno non c’erano ancora candeline a due cifre. In una giornata in cui si ricorda un evento infausto e si rileggono le coordinate sociali in cui la donna per troppo tempo ha dovuto vivere, questa giovane musicista, che unisce in se eleganza, bravura ed ostinazione, propone l’esempio per chi ancora non riesce ad alzare lo sguardo verso la propria strada, per chi antepone scelte della tradizione sociale a quelle che in realtà non ha il coraggio di intraprendere: Caterina a trentanni è una musicista affermata, che si è concentrata sui propri desideri, li ha realizzati e sarà così in grado di scegliere meglio per stessa sul piano personale, avendo ancora tutta la vita davanti!

 
– Caterina Coco è giovanissima, dunque è strano chiederle di fare una valutazione della propria vita, della propria carriera…
<<Vita e carriera le vedo inglobate in un unico concetto: il concetto di passione. La mia è una passione, un amore per qualcosa che ci permette di esprimere ciò che siamo, ciò che amiamo, ciò che viviamo. Esprimersi attraverso la musica e l’arte è una grande opportunità, che ci permette di far vivere le nostre emozioni attraverso un canale privilegiato al quale dobbiamo rendere onore ogni giorno della nostra vita attraverso la ricerca continua, che non finisce mai.>>
Alla luce di quanto sta accadendo, come ha trascorso il 2020, come sta affrontando questo ennesimo blocco?
<<Quest’anno particolare mi ha portato ad affrontare le cose alla luce di una continua ricerca su me stessa, da molteplici punti di vista, ma confidando sempre nei veri valori della vita: la famiglia, gli amici di sempre e un costante spirito di ricerca di bellezza: la bellezza di un gesto, di un pensiero, di un’osservazione nei confronti di ciò che ci circonda. Non bisogna mai smettere di stupirsi, anche quando alcune circostanze lo rendono più difficile. Durante il primo lockdown, che ho trascorso a casa mia a Zafferana, nonostante la situazione di difficile impatto per il nostro Paese, mi sentivo fortunata ad aprire la finestra ogni giorno per poter vedere il panorama meraviglioso che la nostra terra ci offre. Quella per me è stata una grande ricarica.>>
 
Perchè il violino? Ha studiato anche altri strumenti musicali?
<<Suono il violino dall’età di 9 anni: ho iniziato attraverso un progetto istituito dalla scuola elementare di Zafferana, ideato dalla direttrice dott.ssa Gabriella Zammataro. Ho sempre avuto un grande affetto nei suoi confronti: è stata una persona che attraverso il suo lavoro ha sempre cercato di educare nel vero senso della parola; attraverso le attività che ci proponeva ha sempre cercato di tirar fuori la sensibilità di “noi” alunni, e di mettere a fuoco gli aspetti più profondi della nostra personalità, mettendo al centro le infinite capacità espressive e i grandi messaggi che un bambino è capace di dare, sin dai primi anni di scuola. Devo tanto a lei e a tutto il lavoro che ha svolto e continua a svolgere con grande amore. Oltre al violino, da sempre sono stata affascinata anche da un altro strumento: il pianoforte. Da piccola i miei zii mi regalarono una tastiera che mi diede l’occasione di un primo approccio con la musica. Un’altra persona a cui devo tanto, (oltre ad essere grata alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuta), e a cui non smetterò mai di dire grazie, è mio nonno Alfio. Sin da bambina mi ha insegnato cosa fosse l’ascolto; andavo a casa sua per cantare brani tradizionali siciliani e lui mi accompagnava alla chitarra. Non dimenticherò mai il nostro entusiasmo insieme e l’amore nei suoi occhi, potevamo continuare per ore. Ho gioito della sua esistenza accanto a me solo otto anni della mia vita, ma mi ha lasciato un patrimonio di gioia e dolore immenso; non smetterò mai di dirgli grazie e di rendergli omaggio per la grande persona che era, e per il grande amore che mi ha donato.>>
– Da quali valori si fa guidare nelle sue scelte, nelle valutazioni?
<<Come dicevo prima, i valori a cui sono più affezionata sono sicuramente la famiglia, con cui ho avuto modo di trascorrere il primo lockdown. Da tanto non trascorrevo tutto questo tempo in casa con i miei, e devo ammettere che tornare alla vita di tutti i giorni non è stato così semplice: ritmi molto diversi. Vivere col calore delle persone che ami ha un valore inestimabile, e questo periodo ce lo ha insegnato prima di tutto.  Credo nell’amicizia: da sempre do grande importanza al contatto autentico con gli amici di una vita, quelli che anche se non rivedi da anni ti riportano ad un affetto immutato. La Bellezza è il grande valore che mi guida nella ricerca del miglioramento e nelle valuazioni; quella bellezza intesa come osservazione, ricerca, nutrimento; quella che viviamo nello stupirci di ciò che ci circonda, che esprimiamo attraverso l’amore per l’arte o attraverso un piccolo gesto che ci fa stare bene. Ricordo spesso un concetto espresso dal nostro artista siciliano Antonio Presti, che parla proprio di “devozione alla Bellezza”, come nutrimento, ed in tutte le sue sfaccettature: “è ciò che ci fa sentire partecipi del miracolo della vita”.>>
– Una frivolezza, magari lontana dagli impegni professionali, dallo studio costante e severo?
<<Da sempre ho avuto una grande passione per l’interior design e l’architettura. Quando ho del tempo libero mi piace dedicarmi a questo, ma solo in qualità di osservatore/appassionato, non avendo studiato nello specifico. Mi piace tantissimo viaggiare e scoprire luoghi e culture nuove, spesso proprio all’interno della mia stessa terra, la Sicilia che nella sua varietà di paesaggi ed influenze culturali ci offre sempre tanto. Ogni volta che torno da Milano, oltre che godermi i luoghi in cui sono cresciuta, ho un appuntamento fisso con Taormina, città che non ha mai smesso di affascinarmi, nella quale trascorro giornate che spesso e volentieri si concludono con un cocktail in un lounge bar in compagnia dei miei amici di sempre.>>
– Cosa raccomanda ai suoi allievi, in particolar modo alle sue allieve?
<<In generale, e ancor di più quando ci si esprime attraverso la musica, credo che bisogni raccomandare le stesse cose ad allievi ed allieve: credere in se stessi, avere uno spirito di autocritica costruttiva, e continuare a stupirsi, sempre. Gli altri due elementi fondamentali, studio e disciplina, non sono altro che il frutto dell’amore per ciò che si fa; quell’amore che ha il potere di mettere da parte qualsiasi differenza di genere. Quando ascolti uno strumento suonare, non puoi distinguere il sesso dell’esecutore, e questo è un valore aggiunto, un simbolo concreto che dimostra che le differenze tra uomo e donna non hanno ragione di esistere, soprattutto nel momento in cui ci troviamo ad esprimere la parte più intima di noi stessi.>>
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