No alla chiusura del Vittorio Emanuele

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No alla chiusura del Vittorio Emanuele

CATANIA – «L’ospedale San Marco non riguarda solo il quartiere di Librino, per quanto grande e importante esso sia, è neppure la sola città capoluogo ma l’intera Area Metropolitana. Dunque parlo non solo come sindaco di Catania ma anche come sindaco “in pectore” della Città Metropolitana». Così Enzo Bianco alla riunione sulla chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele prima che si operativo il nuovo grande nosocomio cittadino, che si è tenuta nella tarda mattinata nella sala Giunta di Palazzo degli Elefanti .
Presenti i segretati di Cgil, Giacomo Rota, Cisl, Rosaria Rotolo, Uil, Fortunato Parisi, e Ugl, Giovanni Musumeci; il Direttore Generale del Garibaldi, Giorgio Santonocito, e quello del Vittorio Emanuele Paolo Cantaro; gli assessori comunali Rosario D’Agata e Angelo Villari; il rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro; Domenico Grimaldi in rappresentanza del presidente della commissione Sanità del comune di Catania, Gabriele Denaro; i consulenti del sindaco per i rapporti con la Sanità Francesco Santocono e per i Rapporti Istituzionali Francesco Marano.
«Esprimo vivo apprezzamento – ha detto il sindaco Bianco – per lo spirito positivo all’insegna del quale si è svolto questo incontro, nel quale ho voluto ci fossero tutti i soggetti interessati, che non è conclusivo, da cui è scaturita un’unione di intenti sulla quale ci muoveremo. Alla luce di quanto discusso oggi chiederò un incontro all’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, alla quale saranno ugualmente presenti tutti i soggetti coinvolti affinché la Regione assume precisi impegni nell’ottica di una strategia unitaria. I tempi sono importanti, una buona soluzione che tarda non va bene. La chiusura del Vittorio Emanuele deve essere contemporanea all’apertura del San Marco, se avenisse prima sarebbeun grave danno per la città e fonti di gravi disagi per i catanesi».
Un problema che la Cgil catanese ha evidenziato con forza nei giorni scorsi. «Bene ha fatto il sindaco Bianco a convocare questo incontro – dice il segretario Giacomo Rota – che rappresenta un metodo ottimo anche per il futuro. Attualmente i pronti soccorsi di Garibaldi e Vittorio Emnauele sono sommersi di gente che spesso è anche costretta a lunghe attese. Non oso pensare cosa accadrebbe se una delle due strutture chiudesse. Il centro storico di Catania non può rimanere con un solo presidio di Pronto Soccorso e dunque non si può chiudere il Vittorio Emanuele pur potenziando il Garibaldi in attesa che sia pronto il San Marco. Per fare chiarezza è necessario un incontro con l’assessore regionale e ribadire che non ci deve essere nessuna spoliazione del Vittorio Emanuele fino all’apertura del San Marco».
Concordi anche gli altri tre segretari di Cisl, Uil e Ugl, Parisi, Rotolo e Musumeci che all’unisono dichiarano: «Un incontro positivo grazie all’iniziativa del sindaco Bianco. Adesso bisogna passare alla’azione. Ci preoccupa l’atteggiamento della Regione e quindi, per avere tutti i chiarimenti e le rassicurazioni del caso, riteniamo sia determinante un incontro con l’assessore Gucciardi».
«Trovo buona e importante questa collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti – dice il rettore Pignataro -. Come è importante che stiano giungendo a compimento investimenti partiti 20-25 anni fa. Questo deve essere motivo di orgoglio per tutti noi. Sono certo che il volto della sanità siciliana cambierà e Catania, grazie a tutte le strutture che ospiterà, sarà al vertice regionale».
«Incontro positivo – dichiara Paolo Cantaro – perché pone la giusta interlocuzione in attesa dell’incontro con la Regione. L’apertura del San Marco, prevista per i primi giorni del prossimo mese di dicembre, è slittata per i primi mesi del 2017 a causa dei problemi sorti. Bisogna quindi rinegoziare la pianificazione intermedia aprendo un tavolo di lavoro».
«Il Pronto Soccorso del Garibaldi – precisa Santonocito – non potrebbe reggere l’impatto dell’utenza proveniente dal Vittorio Emanuele. Stiamo provvedendo a effettuare importanti interventi di ristrutturazione ma purtroppo, a causa dei meccanismi delle procedure burocratiche della Regione, i tempi per il loro compimento non saranno inferiori ai 2 anni. Inoltre stiamo provvedendo alla divisione tra codici bianchi e verdi con gialli e rossi che aiuterà molto l’ottimizzazione dello smistamento delle emergenze. Bisogna inoltre considerare che l’accesso ai Pronto Soccorso è in maggioranza improprio, avviene cioé con mezzi privati oppure per motivazioni diverse dalla vera e propria emergenza, e quindi non c’è sempre la possibilità che, grazie al 118, si possa controllare e fare confluire in maniera razionale nelle varie strutture presenti sul territorio».

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