Il sindaco chiedeva ordine e legalità”. Così recita un post trionfale che circola in queste ore sui social, firmato dal Comitato Viale Mario Rapisardi, con tanto di ringraziamenti ufficiali alla Polizia Municipale per l’impegno “instancabile e costante al servizio della cittadinanza”.
Peccato che proprio in quel tratto di città – sì, proprio nel mitico Viale Mario Rapisardi – l’ordine e la legalità siano, come dire, più teorici che pratici.
Tra attività commerciali abusive, marciapiedi occupati da merci e tavolini improvvisati, parcheggio selvaggio in doppia e tripla fila e scooter che sfrecciano come droni ribelli, il viale somiglia più a un bazar metropolitano che a un esempio di rigore civico.
Certo, il post è ben confezionato, con tanto di tono istituzionale e firma “Comitato Viale Mario Rapisardi”, ma il sospetto dei cittadini è che si tratti più di una nota di costume che di cronaca vera.
“Ringraziamo la Polizia Municipale per l’esempio quotidiano di civiltà” – scrivono. Ma i residenti, ironici e ormai rassegnati, si chiedono: quale esempio? Quello di far finta di non vedere i furgoni parcheggiati sui passaggi pedonali o le saracinesche aperte senza licenza?
In effetti, l’ironia corre sui social:
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“Sarà un post programmato per il 2050, quando i parcheggi selvaggi saranno un ricordo?”
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“Ordine e legalità? Forse si riferivano all’ordine dei panini al chiosco abusivo e alla legalità del gratta e parcheggia scaduto.”
Eppure, qualcosa di vero c’è: il ringraziamento. Perché è innegabile che il corpo della Polizia Municipale di Catania sia spesso impegnato in mille emergenze e sotto organico. Ma dire che sul Viale Mario Rapisardi regna l’ordine è come dire che il traffico di piazza Palestro è “scorrevole nelle ore di punta”.
Forse sarebbe più onesto un titolo diverso:
“Il Viale Rapisardi ringrazia… in anticipo, per quando arriverà davvero l’ordine e la legalità.”
Nel frattempo, i residenti continuano a convivere con l’anarchia urbanistica di sempre, sperando che un giorno, tra un post celebrativo e una multa mancata, arrivi anche quella vera normalità che non si scrive sui social, ma si vede per strada.
