Avvocati e responsabilità disciplinare: le Sezioni Unite tracciano i confini dell’etica professionale – Il commento di Consitalia

Avvocati e responsabilità disciplinare: le Sezioni Unite tracciano i confini dell’etica professionale – Il commento di Consitalia

Con la sentenza n. 26232 del 2025, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione tornano a pronunciarsi su un tema centrale per la professione forense: la responsabilità disciplinare dell’avvocato. Il caso, particolarmente articolato, ha riguardato una serie di comportamenti ritenuti contrari ai principi di correttezza e lealtà, tra cui l’omessa iscrizione a ruolo di giudizi, l’incasso di somme senza emissione di fattura, la sproporzione dei compensi richiesti ai clienti e l’uso improprio del precetto su assegni post-datati.

Il procedimento disciplinare si è concluso con la sospensione per un anno dall’esercizio della professione, sanzione confermata in Cassazione, che ha offerto una riflessione approfondita sul significato concreto della deontologia forense e sul ruolo fiduciario che l’avvocato riveste nei confronti dei propri assistiti.

I principi affermati dalla Corte

Nella sua decisione, la Suprema Corte ha ribadito alcuni principi cardine:

  • L’avvocato non è solo un tecnico del diritto, ma un custode della fiducia dei cittadini verso la giustizia.

  • La trasparenza nei rapporti economici con il cliente – attraverso fatturazioni regolari, parcelle proporzionate e rendicontazioni puntuali – costituisce un dovere etico prima ancora che fiscale.

  • L’uso distorto di strumenti esecutivi, come il precetto su assegni post-datati, configura un abuso che mina la credibilità dell’intera categoria.

  • Le omissioni o i ritardi ingiustificati nel patrocinio, come la mancata iscrizione a ruolo di cause, sono incompatibili con la diligenza richiesta al professionista legale.

La Corte ha sottolineato come il procedimento disciplinare non abbia finalità punitive, ma tutelative della collettività e della dignità della professione, valorizzando la funzione sociale dell’avvocato quale intermediario tra cittadino e giurisdizione.

Il commento di Consitalia – Sportello Difesa del Cittadino

Lo Sportello Difesa del Cittadino di Consitalia ha accolto con favore la sentenza, considerandola “un passo avanti necessario per ricostruire la fiducia tra cittadini e professionisti del diritto”.

“Da anni – osserva Alfio Fabio Micalizzi, presidente di Consitalia – riceviamo segnalazioni di utenti che lamentano comportamenti poco trasparenti o atteggiamenti vessatori da parte di alcuni legali. La decisione delle Sezioni Unite conferma che la deontologia non è un optional, ma un pilastro essenziale per la credibilità della professione e per la tutela dei cittadini.”

Consitalia sottolinea come l’accesso alla giustizia non possa prescindere da rapporti di lealtà, chiarezza e correttezza tra avvocato e cliente.

“Ogni cittadino – aggiunge Micalizzi – ha diritto a un difensore che agisca nel suo esclusivo interesse, nel rispetto della legge e della propria coscienza professionale. È giusto che chi tradisce questa fiducia venga sanzionato, ma è altrettanto giusto che l’Ordine e le istituzioni forensi promuovano la cultura della responsabilità, non solo la paura della punizione.”

Una decisione che rafforza la fiducia nella giustizia

In conclusione, la sentenza delle Sezioni Unite rappresenta un monito ma anche un’occasione di crescita per l’intera avvocatura italiana.
Come evidenziato da Consitalia, “il cittadino deve poter riconoscere nell’avvocato un alleato, non un rischio”.

La vera forza della giustizia, conclude l’associazione, nasce dalla trasparenza, dall’etica e dal rispetto reciproco tra chi difende e chi chiede di essere difeso.

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