La Sicilia torna nell’occhio del ciclone. Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, e l’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, entrambi esponenti di punta di Fratelli d’Italia, risultano ufficialmente indagati dalla Magistratura. La notizia, confermata da fonti giudiziarie, ha scatenato una bufera politica e morale senza precedenti all’interno del centrodestra isolano.
Sebbene le indagini siano ancora in fase preliminare e i diretti interessati si dichiarino estranei a ogni addebito, l’opinione pubblica è sdegnata, profondamente colpita da un’ennesima vicenda che mina la fiducia nelle istituzioni regionali.
Una Regione ostaggio dell’opacità
La Sicilia, già vessata da ritardi strutturali, emergenze ambientali, crisi occupazionale e gestione discutibile dei fondi pubblici, si ritrova oggi a fare i conti con una crisi etica che coinvolge le più alte cariche del governo regionale.
Ciò che più colpisce — secondo le voci raccolte tra cittadini, professionisti, associazioni civiche e categorie produttive — è la recidiva del sistema: non si tratta di “mele marce”, ma dell’ennesima dimostrazione di un meccanismo degenerato che rischia di compromettere non solo l’immagine della Sicilia, ma soprattutto la vita concreta delle persone.
“Siamo stanchi di pagare il prezzo di questa politica”, si legge in alcuni commenti apparsi sui social e nelle lettere inviate alle redazioni locali. “Mentre le famiglie non arrivano alla fine del mese, mentre i giovani scappano, mentre le imprese chiudono, i vertici della Regione sono travolti da inchieste. È inaccettabile.”
La collettività chiede giustizia, verità e rigore
A fronte di questo scenario, la richiesta è una sola e unanime: che la Magistratura faccia piena luce, con la massima trasparenza e la massima severità, senza sconti per nessuno.
I cittadini non si accontentano più di dichiarazioni di fiducia o di formule retoriche. Si chiede piuttosto un risveglio morale e una vera epurazione delle istituzioni da chiunque abbia tradito il mandato ricevuto.
Una questione nazionale
Il caso non è più solo siciliano. Tocca la credibilità di Fratelli d’Italia nel suo insieme, e mette in discussione la tenuta etica dell’intero sistema politico, già logorato da casi analoghi in altre regioni.
Nel frattempo, la collettività — quella reale, fatta di cittadini perbene, associazioni oneste e imprese che lottano per sopravvivere — pretende risposte, non più rinviabili.