RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL SEGUENTE COMUNICATO STAMPA da MEC:
“Per l’ennesima volta l’aeroporto di Catania è costretto alla chiusura. L’Etna è forza maggiore. L’incendio è stato per colpa del Fato. Le gru sono state messe vicino alla pista per un destino crudele. I fuochi di di sterpaglie sono dovuti alla natura delle cose. Siamo l’unico posto al mondo dove l’irresponsabilità e la prevenzione dei rischi di interruzione del servizio sono affidati ai sacrifici alle divinità dell’aria.”
Il Mec, Movimento Elettori e Consumatori chiede alla Regione Siciliana di prendere atto che gestire un’infrastruttura aeroportuale richiede un vero management esperto. “La chiusura di oggi ha una causa: la mancanza di supervisione e di compatibilità con le norme di sicurezza sul traffico aereo. Non è un fatto imprevedibile né imprevisto. I lavori di costruzione di una seconda pista sono stati avviati con la promessa di ‘totale assenza di disservizi’. Così non è.”
Il Mec chiede che la Sicilia possa essere rappresentata nel mondo almeno come regione in via di sviluppo. Ma il nostro aeroporto catanese finisce sistematicamente nelle cronache mondiali come infrastruttura a funzionamento intermittente.
Abbiamo quattordici milioni di passeggeri che passano attraverso una sola pista, un’aerostazione piccola, una seconda aerostazione solo virtualmente demolita ma in realtà inutilizzata, un secondo aeroporto controllato sostanzialmente chiuso.
“Il danno di immagine che ne riceviamo, oltre a quello fattuale, è enorme. Rendiamoci tutti conto che non è possibile invocare Mercurio, Toutatis o Ahura Mazda come ragioni dei gravi e continui fallimenti che riguardano Fontanarossa.” Il Mec ricorda che se davvero si vuole privatizzare l’aeroporto, questi eventi lo deprezzano. Specie se non ci fosse un’assunzione di responsabilità.
“Sentiamo già le sirene del ‘non è nostra responsabilità, ma di Ferrovie dello Stato’. Eppure, l’aeroporto controlla o deve controllare sistematicamente la propria autonomia gestionale e operativa. Se non lo fa, intervengono le Autorità di sicurezza del volo. I voli sospesi implicano che l’aeroporto è stato vittima di un rischio sistemico, cioè reso tale dalla dipendenza esclusiva da un terzo. È compito di ogni azienda minimizzare questo rischio. Se invece il rischio si materializza è un fallimento del sistema di prevenzione e pianificazione, se esiste tale sistema.”
Il Mec argomenta: un aeroporto è un’infrastruttura complessa. Richiede esperienza di gestione pregressa. Non ci si inventa manager, lo si diventa con la gavetta. Quando si chiudono gli occhi, sistematicamente la realtà bussa e presenta il conto. In questo caso, anche in modo prevedibile. Insomma: il Presidente Renato Schifani si renda conto che la politica, se difende l’indifendibile, fa solo brutte figure. Le infrastrutture critiche hanno bisogno di manager veri, non di amministratori attenti al consenso. Ora, tributiamo pure onori a chi ha vissuto Fontanarossa dei record, non facciamo processi pubblici, ma cambiamo pagina. Basta brutte figure.”