Ognina, sospesa la concessione demaniale: il Comitato “Ognina non si vende” chiede l’intervento dei consumatori contro La Tortuga S.r.l.

Ognina, sospesa la concessione demaniale: il Comitato “Ognina non si vende” chiede l’intervento dei consumatori contro La Tortuga S.r.l.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha accolto il ricorso in appello presentato dall’Associazione Legambiente – Circolo Città Ambiente, sospendendo con ordinanza n. 536/2025 l’efficacia della sentenza del TAR Catania e, di conseguenza, il provvedimento che estendeva la concessione demaniale marittima alla società La Tortuga S.r.l. nell’area costiera di Ognina.

Il CGA ha ritenuto sussistenti sia il fumus boni iuris, legato alla carenza di motivazione nel parere della Soprintendenza, sia il periculum in mora, riconoscendo l’alto valore storico e culturale del sito. In particolare, si tratta di un borgo marinaro le cui origini risalgono al VII secolo a.C., oggetto di un progetto di riqualificazione promosso dal Comune di Catania.

Alla luce della sospensione dell’atto, il Comitato Cittadino “Ognina non si vende” ha rivolto un appello urgente all’Associazione dei Consumatori d’Italia “Consitalia”, affinché intervenga presso le autorità preposte per:

  • diffidare La Tortuga S.r.l. e la Capitaneria di Porto di Catania dal proseguire ogni attività sull’area demaniale oggetto del contenzioso;

  • presentare denuncia-querela contro il legale rappresentante della società per occupazione abusiva di suolo demaniale, esecuzione di lavori non autorizzati e danni a beni culturali e paesaggistici, in presunta violazione dell’ordinanza cautelare.

“È inaccettabile che, nonostante una chiara pronuncia del massimo giudice amministrativo regionale, si continui a operare in spregio alla legalità e alla tutela del nostro patrimonio storico”, dichiara il portavoce del Comitato. “Chiediamo l’intervento immediato degli organi di vigilanza, della magistratura e dei cittadini, per difendere un pezzo prezioso della storia di Catania.”

Il caso potrebbe presto assumere rilievo nazionale, sia per il valore ambientale e archeologico del sito, sia per il principio – fondamentale in uno Stato di diritto – del rispetto delle decisioni giudiziarie.

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