Addio al giudice Maria Fascetto Sivillo: la denuncia di Taormina e le ombre sulla Sezione Esecuzioni Immobiliari di Catania

Addio al giudice Maria Fascetto Sivillo: la denuncia di Taormina e le ombre sulla Sezione Esecuzioni Immobiliari di Catania

È scomparsa nelle ultime ore Maria Fascetto Sivillo, giudice del Tribunale di Catania, già sospesa dalle funzioni e da tempo al centro di una vicenda giudiziaria e umana complessa e dolorosa. A darne notizia e a lanciare un duro atto d’accusa è stato l’avvocato Carlo Taormina, che tramite un post pubblicato sui social ha denunciato quella che definisce una “persecuzione illecita” da parte della stessa magistratura nei confronti della dottoressa Fascetto, una donna – ha sottolineato – «onesta, giusta e coraggiosa», vittima, a suo dire, di un sistema che l’ha isolata, umiliata e lasciata morire.

“È morta un magistrato giusto, ucciso dalla magistratura italiana che si merita questo Paese incapace di tutto”, ha scritto Taormina, accusando il Consiglio Superiore della Magistratura di “aver lasciato morire nel dolore e nella disperazione” una magistrata che aveva avuto il coraggio di denunciare anomalie profonde nel delicato settore delle esecuzioni immobiliari.

Le denunce di Maria Fascetto Sivillo e l’isolamento

Il giudice Fascetto Sivillo aveva assunto il ruolo di giudice delle esecuzioni immobiliari presso il Tribunale di Catania. Un incarico delicatissimo, dove si decidono i destini economici e abitativi di centinaia di famiglie. Secondo quanto riportato da Taormina, la giudice aveva denunciato anomalie sistemiche che riguardavano l’intero comparto, coinvolgendo figure anche di rilievo nazionale. La sua battaglia, tuttavia, si sarebbe presto trasformata in una guerra personale subita, fatta – secondo la ricostruzione dell’avvocato – di isolamento, sospensione dalle funzioni, umiliazioni e una lunga agonia che ha contribuito a minare il suo equilibrio psicofisico, fino alla diagnosi di un tumore cerebrale.

“Un vero e proprio omicidio morale”, denuncia l’avvocato, che preannuncia ora un’azione giudiziaria per individuare le responsabilità, con il supporto di esperti in medicina legale. Il post ha suscitato grande commozione e indignazione sui social, dove in molti ricordano la giudice come una persona integerrima, generosa, dedita alla giustizia anche nei momenti più difficili della sua carriera.

Le ombre sulla Sezione Esecuzioni Immobiliari di Catania: anni di segnalazioni

Le accuse mosse da Maria Fascetto Sivillo non sono isolate. Da anni l’associazione dei consumatori Consitalia ha segnalato presunte gravi anomalie riguardanti la Sezione Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Catania. In particolare, sotto osservazione vi sarebbe il comportamento di una giudice in servizio nella stessa sezione, più volte oggetto di denunce da parte di cittadini, avvocati e associazioni.

Secondo quanto raccolto da fonti associative, le criticità contestate riguarderebbero:

  • Inadeguata istruzione dei fascicoli e iter procedurali incompleti

  • Utilizzo sistematico di perizie di stima obsolete o inattendibili

  • Impossibilità per i debitori di difendersi efficacemente

  • Vendita all’asta di immobili a prezzi molto inferiori al valore reale (prezzo vile)

  • Aggiudicazioni ricorrenti a soggetti sempre riconducibili agli stessi gruppi di interessi, che si alternerebbero nelle aggiudicazioni

Un vero e proprio modello operativo ricorrente, secondo i denuncianti, che ha portato a numerose querele da parte di utenti e famiglie coinvolte. Consitalia afferma di aver informato da tempo il Consiglio Superiore della Magistratura, e di essere tuttora in attesa di un riscontro concreto sulle segnalazioni inviate.

L’attesa della verità e il dovere di trasparenza istituzionale

La morte di Maria Fascetto Sivillo rilancia con forza il tema della trasparenza nella gestione delle aste giudiziarie e della necessità di garantire maggiore equilibrio e controllo nelle sezioni più esposte del sistema giudiziario. Il suo nome, ora, diventa simbolo di un sistema che, almeno in alcuni casi, sembra non tutelare chi denuncia, ma chi si conforma.

Se confermate le circostanze riferite da Taormina e le criticità denunciate da Consitalia, ci si troverebbe davanti a una questione di rilevanza nazionale, che coinvolge non solo l’autonomia della magistratura, ma la credibilità dello Stato e la tutela dei cittadini più deboli.

È quindi indispensabile che il Consiglio Superiore della Magistratura – e le istituzioni tutte – affrontino queste denunce con urgenza e trasparenza, evitando che il silenzio istituzionale si trasformi, ancora una volta, in complicità omissiva.

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