Si è svolta il 26 maggio 2025, presso la Biblioteca Comunale “Pino Fortini” di Isola delle Femmine, l’adunanza dedicata alla Strategia di Sviluppo Locale del GALP “Golfi di Castellammare e Carini”. L’incontro rientra nell’ambito del Programma Nazionale FEAMPA 2021–2027, priorità 3, obiettivo specifico 3.1: contribuire a costruire un’economia blu sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne, promuovendo lo sviluppo delle comunità dedite alla pesca e all’acquacoltura.
Presenti tra il pubblico, anche rappresentanti del settore, tra cui Natale P.I. Pipitone, Presidente della Federazione Armatori Siciliani della Provincia di Palermo, organizzazione sindacale riconosciuta e attiva nella tutela delle PMI della pesca marittima professionale.
Tema centrale dell’incontro è stata l’introduzione di una tecnica sperimentale di pesca sostenibile denominata La Greca, che si propone di ridurre la cattura accidentale e gli scarti attraverso una modifica della rete da pesca. Una soluzione potenzialmente in grado di diminuire l’impatto ecologico e migliorare la selettività della pesca.
In parallelo, è stato presentato un progetto formativo dedicato allo sviluppo delle competenze del settore ittico – Azione 2 B2 del Piano di Sviluppo Locale – con corsi destinati alla formazione di capi barca e all’uso dei dispositivi elettronici di bordo. Tuttavia, nonostante il rilascio di attestati di partecipazione, tali corsi non conferiscono alcun titolo professionalmente abilitante, come ha evidenziato con forza lo stesso Pipitone nel suo intervento.
Criticità sulla selezione e scarsa trasparenza
Durante il dibattito, il Presidente Pipitone ha chiesto chiarimenti in merito al criterio adottato per la selezione delle imbarcazioni coinvolte nella sperimentazione (4 barche in tutto: 2 della marineria di Trappeto e 2 di Isola delle Femmine). Alla sua domanda, i relatori hanno esitato e fornito risposte discordanti, fino ad ammettere che la scelta è stata delegata direttamente alle due cooperative interessate, in assenza di trasparenza e imparzialità.
La risposta ha suscitato reazioni perplesse in sala e la netta presa di posizione del Presidente, che ha denunciato la mancata pianificazione e programmazione alla base dell’intero progetto. Pipitone ha sottolineato come, ancora una volta, risorse pubbliche vengano destinate a iniziative prive di studi di fattibilità e prospettive concrete, in grado solo di generare illusioni nei confronti delle nuove generazioni che si affacciano al settore della pesca.
Il nodo dell’abilitazione professionale
Tra i punti sollevati, anche il problema della validità legale dei corsi presentati. Secondo quanto previsto dal Codice della Navigazione, per esercitare la professione marittima è indispensabile l’iscrizione nella terza categoria della Gente di Mare e il conseguimento del libretto di navigazione, unico documento abilitante per la pesca costiera. I corsi proposti, sebbene formativi, non sostituiscono l’iter previsto dalla normativa vigente, né conferiscono alcuna qualifica riconosciuta per il mestiere di capo barca.
“Se si vuole realmente offrire una prospettiva ai giovani – ha dichiarato Pipitone – bisogna garantire strumenti concreti, validi e certificati. Non si può continuare a investire in progetti che non portano a un’effettiva abilitazione lavorativa.”
Un confronto negato
Nel suo intervento, Pipitone ha richiamato anche le problematiche ambientali che affliggono i mari siciliani, in particolare l’inquinamento e le sue ricadute su flora, fauna e attività di pesca. Ha ricordato come proprio in quella stessa sede, cinque anni prima, si fosse parlato di innovazioni concrete: dalla produzione di energia dal moto ondoso alla rilevazione in tempo reale della qualità delle acque.
Tuttavia, proprio mentre stava proponendo una riflessione ampia e articolata su soluzioni innovative e sostenibili, il sindaco di Isola delle Femmine ha interrotto bruscamente il suo intervento, mostrando forte irritazione. Pipitone ha quindi lasciato l’aula, manifestando profondo disappunto per l’atteggiamento ritenuto inspiegabile, che ha impedito ogni ulteriore confronto tecnico.
Serve un cambio di passo
Il Presidente della Federazione ha espresso la necessità di abbandonare ogni forma di propaganda sterile e avviare una progettazione seria e competente: “Bisogna smettere di vendere alacci per sarde. Serve chiarezza, responsabilità e pianificazione per dare un futuro vero alla pesca siciliana.”
Le marinerie siciliane – un tempo le più grandi del Mediterraneo – continuano a perdere uomini e mezzi ogni anno. In assenza di politiche realmente efficaci, rischiano di scomparire sotto il peso di burocrazia, norme non calibrate per i nostri mari e iniziative che, lontane dai bisogni reali, finiscono per scoraggiare i giovani invece che attrarli.
“Per restituire centralità alla Sicilia nel Mediterraneo – conclude Pipitone – servono progetti seri, professionisti competenti e un dialogo aperto e trasparente. Solo così si potrà tornare a costruire una marineria solida, competitiva e all’altezza della nostra storia.”