Riforma della Giustizia: L’Europa si Oppone, l’Italia Rischia un Passo Indietro nella Tutela della Magistratura

Riforma della Giustizia: L’Europa si Oppone, l’Italia Rischia un Passo Indietro nella Tutela della Magistratura

La recente riunione del 9 maggio 2025 a Yerevan dell’Associazione Europea dei Magistrati (EAJ) ha confermato le forti preoccupazioni internazionali riguardo al disegno di legge costituzionale n. 1917 presentato dal governo italiano. La riforma, che prevede la frammentazione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’introduzione del sorteggio per la nomina dei membri togati e il trasferimento delle competenze disciplinari a un organo esterno, è stata definita “inaccettabile” dalla EAJ.

Durante l’incontro, è stata rinnovata la piena solidarietà alla magistratura italiana, reduce da una mobilitazione senza precedenti culminata in uno sciopero nazionale, e sono state evidenziate le analoghe preoccupazioni espresse nella relazione 2024 della Commissione Europea sullo stato di diritto in Italia.

«Una riforma che mina l’autonomia della magistratura – si legge nella risoluzione – non rafforza l’efficienza della giustizia, ma compromette la fiducia dei cittadini e favorisce derive autoritarie.»

Il sistema giudiziario italiano, sin dal 1948, è stato riconosciuto a livello internazionale per il suo equilibrio costituzionale, fondato sull’indipendenza della magistratura come pilastro dello Stato di diritto. Casi simbolici come Mani Pulite o le indagini antimafia condotte dalla Procura della Repubblica di Catania e da altre procure italiane hanno dimostrato quanto sia essenziale la presenza di una magistratura libera da interferenze politiche o gerarchiche.

Proprio Catania, dove l’azione giudiziaria ha spesso rappresentato un baluardo contro criminalità e corruzione, è oggi un simbolo di quella giustizia che rischia di essere svuotata nei suoi principi fondamentali. È in queste sedi che si percepisce il potenziale impatto disastroso di una riforma che, nelle intenzioni dichiarate di “razionalizzazione”, rischia di indebolire la tenuta democratica del Paese.

La stessa Procura di Catania, recentemente impegnata in indagini complesse anche in ambito informatico, rappresenta un esempio di come l’autonomia giudiziaria permetta di agire senza condizionamenti su temi cruciali, inclusi quelli legati alla libertà di stampa e alla sicurezza informatica.

Un appello all’opinione pubblica

La voce della magistratura europea, insieme a quella dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), si rivolge ora all’opinione pubblica italiana, perché prenda consapevolezza della posta in gioco. Le garanzie costruite dopo il fascismo, e che hanno ispirato altri ordinamenti europei, non sono un privilegio della corporazione togata, ma una protezione per ogni cittadino contro possibili abusi di potere.

Il governo italiano, secondo l’EAJ, non ha ancora dato risposte alle osservazioni critiche sollevate nei meeting internazionali – da Varsavia nell’aprile 2024, a Città del Capo in ottobre – scegliendo invece di procedere senza revisione né confronto.

«Smantellare il sistema attuale – conclude la nota dell’EAJ – non migliorerà la giustizia. La renderà semplicemente più esposta a pressioni e meno capace di proteggere i diritti dei cittadini.»

In un momento storico in cui la credibilità delle istituzioni è messa a dura prova, occorre chiedersi se sia opportuno riformare l’architettura costituzionale della giustizia ignorando le critiche della magistratura, del mondo accademico e degli osservatori europei.

È una domanda che riguarda tutti. E che oggi, più che mai, richiede una risposta pubblica, consapevole e democratica.

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