Alcune Delle Stragi Nazi-Fasciste in Italia, la Resistenza e la Svalutazione della Stessa da parte degli Inglesi

Alcune Delle Stragi Nazi-Fasciste in Italia, la Resistenza e la Svalutazione della Stessa da parte degli Inglesi

 

Di Santi Maria Randazzo

Dopo la rottura della Linea Gustav da parte delle forze alleate si erano fortemente attivate l’organizzazione e le azioni delle formazioni artigiane contro le forze nazi-fasciste; ciò aveva costretto Kesselring ad impegnare ingenti forze per il controllo ed il rastrellamento dell’Italia centrale e settentrionale che indeboliranno fortemente il fronte germanico. Le battaglie tra le formazioni partigiane e le truppe nazi-fasciste comportarono ingenti perdite tra i partigiani, come i circa 2000 caduti nelle battaglie di Villaminozzo e Montefiorino, altri caduti a nord di Udine, a Cividale, ad Ossola, nelle Langhe e in molte altre battaglie come quella dell’Ospedale Maggiore di Bologna, a Roma, a Firenze, sul Monte Grappa. Alle migliaia di morti delle formazioni partigiane caduti in battaglia si devono poi aggiungere i prigionieri o i civili uccisi barbaramente dai nazisti collaborati attivamente dalle bande fasciste Koch, Carità, Collotti: nel settembre 1944, 264 prigionieri vennero impiccati agli alberi delle vie di Bassano, Paderno e Crespano; un numero imprecisato di prigionieri morivano sotto la tortura in via Paolo Uccello a Milano, in via Tasso a Roma, in via Bolognese a Firenze, in via Asti a Torino, a Palazzo Giusti a Padova, a Villa Trieste a Trieste. In aggiunta a queste esecuzioni di prigionieri vi fu una serie impressionante di esecuzioni di civili, massacrati per rappresaglia alle azioni dei partigiani. Alla fine di dicembre del 1943 i nazi-fascisti uccisero 200 persone a Reggio Emilia, tra cui i sette fratelli Cervi; il 24 marzo 1944 vennero massacrati 335 ostaggi alle Fosse Ardeatine vicino Roma; nel maggio 1944 41 ostaggi venne massacrati a San Pietro di Val di Susa; il 12 giugno 1944 venivano massacrati 7 civili a Cercina presso Firenze; il 21 giugno 1944 venivano fucilati 110 renitenti e disertori in provincia di Novara; il 22 giugno venivano massacrati a Fossoli presso Modena 70 prigionieri; il 28 giugno 1944 venivano uccisi i dirigenti del CNL tridentino; 43 contadini della Val Cannobina vennero fucilati in Val Toce;  il 10 agosto venivano fucilati 15 partigiani a Piazzale Loreto a Milano; il 19 agosto venivano massacrate 107 persone a San Terenzo in provincia di Massa. Un numero imprecisato di uomini, donne e bambini, calcolato in quasi un migliaio, venne massacrato a Forno, Vinca, Mommio, Sant’Anna di Stazzema, in vari paesi del carrarese, della Versilia, a Civitella della Chiana, San Paolo in provincia di Firenze, Montemonaco, Gubbio, Belluno, in via Ghega a Trieste. A questa lista potrebbero aggiungersi altre migliaia di esecuzioni che riempirebbero alcune pagine. Di certo la lotta partigiana costrinse i Tedeschi ad assegnare intere divisioni al contrasto alla lotta partigiana, determinando l’impossibilità di contrastare con successo la resistenza all’avanzamento delle forze alleate e anticipando di diversi mesi la sconfitta delle forze nazi-fasciste in Italia. Certamente rilevante fu il ruolo che le formazioni partigiane ebbero nella resistenza ai nazi-fascisti ma tale ruolo fu contrastato da Inglesi e Francesi nel definire i termini del trattato del 1946 che fu penalizzante per l’Italia. Successivamente, allorché venne costituita la regia di comando strategico della NATO, assieme a USA, Gran Bretagna e Francia venne inclusa la Germania ma non l’Italia.

 

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