L’aeroporto di Catania si prepara a un cambio storico. La SAC, società che gestisce gli scali di Catania e Comiso, ha ottenuto il via libera dall’assemblea degli azionisti per l’apertura del capitale a soggetti privati. È ormai in fase avanzata il bando per la cessione di una quota compresa tra il 51% e il 66%, con la previsione di un potere di veto da parte degli attuali azionisti pubblici, così da mantenere una certa tutela sull’infrastruttura.
Il bando di gara, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore Radiocor, dovrebbe essere pubblicato agli inizi di giugno, dopo l’autorizzazione da parte del Ministero dei Trasporti, tramite ENAC, e la notifica alla Presidenza del Consiglio. Non è prevista una base d’asta, ma si attenderà l’offerta più congrua. La conclusione dell’operazione è prevista entro la fine dell’anno, o al massimo all’inizio del 2026.
Nel 2024 la SAC ha gestito oltre 12 milioni di passeggeri, con una previsione di oltre 13 milioni nel 2025. L’EBITDA stimato per l’anno in corso è di 35 milioni di euro, numeri che dimostrano la solidità economica dell’infrastruttura, la più trafficata del Sud Italia.
Attualmente la SAC è partecipata per il 60,7% dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, seguita dalla Città Metropolitana di Catania, IRSAP Palermo (12,13%), Libero Consorzio di Siracusa (12,13%) e Comune di Catania (poco più del 2%). Una nuova assemblea è attesa a fine mese per discutere l’organico della società, che dovrebbe rimanere invariato nel passaggio di proprietà.
Tuttavia, non mancano le preoccupazioni da parte della cittadinanza e delle organizzazioni civiche. In molti si chiedono se la privatizzazione porterà reali benefici per il territorio o se, al contrario, finirà per sottrarre al controllo pubblico un’infrastruttura strategica, considerata da molti “l’unica vera industria del territorio”, in grado di generare reddito, occupazione e sviluppo.
Un fronte critico dell’opinione pubblica solleva dubbi sulla trasparenza del processo e sull’assenza di una base d’asta, temendo che la vendita possa avvenire a condizioni troppo favorevoli per il privato, e poco tutelanti per la collettività. “Vendere l’aeroporto – si legge in un commento apparso sui social – significa vendere il futuro di migliaia di lavoratori e un presidio fondamentale per il turismo e l’economia siciliana.”
Il dibattito è aperto, e si prevede che crescerà d’intensità con l’avvicinarsi della pubblicazione ufficiale del bando.