Dopo la denuncia pubblica e il clamore mediatico generato da un video virale che mostrava una gru abbandonata da anni nel porticciolo di Ognina, entra in campo Consitalia – Associazione dei Consumatori d’Italia. In data odierna, il presidente nazionale dell’associazione, ha inviato una PEC formale alla Capitaneria di Porto di Catania, chiedendo chiarimenti urgenti e documentati sulla regolarità e sicurezza delle gru presenti nell’area portuale della borgata marinara. La comunicazione è stata inviata per conoscenza anche all’Arma dei Carabinieri.
La lettera, motivata da “gravi preoccupazioni per la sicurezza della navigazione, dei lavoratori e dei cittadini”, punta l’attenzione su due strutture di sollevamento, una fissa e una mobile, la cui presenza e utilizzo non sarebbero, ad oggi, supportati da verifiche tecniche o autorizzazioni trasparenti.
I punti chiave dell’istanza
Consitalia ha chiesto formalmente di sapere:
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Chi ha autorizzato l’installazione delle gru e con quali modalità;
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Se e quando sono stati eseguiti collaudi e interventi di manutenzione;
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Quali verifiche siano state svolte dalla Capitaneria di Porto o da altri enti;
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Quali siano le concessioni demaniali vigenti nell’area e se siano in corso richieste di ampliamento da parte di soggetti privati.
Il presidente Micalizzi ha ricordato che “le attrezzature di sollevamento installate su aree demaniali marittime devono essere sottoposte a collaudo e manutenzione periodica obbligatoria, in conformità al Codice della Navigazione, al D.Lgs. 81/2008 sulla sicurezza del lavoro, e alle norme del diritto marittimo e amministrativo”.
In caso di irregolarità, si potrebbe arrivare a configurare reati come l’omissione di cautele contro infortuni (art. 437 c.p.) o l’attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 c.p.), oltre alla responsabilità civile per eventuali danni a cose o persone.
Pronti all’accesso agli atti e a un esposto
La missiva si conclude con un annuncio chiaro: Consitalia si riserva il diritto di procedere con un’istanza di accesso agli atti amministrativi ai sensi della Legge 241/90 e, se dovessero emergere profili di pericolo o omissione, di presentare un esposto alle autorità competenti, incluse le procure.
“Non possiamo accettare che strutture potenzialmente pericolose restino operative o abbandonate in aree pubbliche, senza che vi sia trasparenza e controllo. La sicurezza viene prima di tutto, e il demanio marittimo è patrimonio di tutti”, dichiarano gli utenti.
Un caso che fa discutere
Il caso della gru a Ognina ha già sollevato molte polemiche e interrogativi. Dopo anni di apparente immobilismo, un parziale smontaggio della struttura è avvenuto solo dopo la diffusione virale della video-denuncia, sollevando il dubbio che l’intervento sia stato motivato più dal clamore mediatico che da un’azione di controllo istituzionale.
Nel frattempo, occhi puntati sulla Capitaneria di Porto, da cui ora si attende una risposta ufficiale.