Messina, il Patriarcato uccide ancora.

Messina, il Patriarcato uccide ancora.

E’ di ieri la notizia che a Messina una ragazza è stata barbaramente uccisa da un suo collega di corso all’università. Quanta tristezza; e quanta rabbia!

Perché ancor oggi come ieri siamo costretti a darla vinta a Plauto col suo “Homo Homini Lupus” e a Tommaso Hobbes che ne ha amplificato il messaggio? Ma davvero «l’uomo è un lupo per l’uomo»?, oppure nasce buono e poi diventa cattivo come ha insegnato Jean-Jacques Rousseau? Ciascuno darà la sua risposta, ma nessuna risposta sarà utile a Sara Campanella morta con un fendente alla gola.

La polizia indagherà, leggeremo il referto necroscopico, i giudici emetteranno la sentenza, i giornali pure, cento psicologi ci diranno cento cose diverse sui meccanismi della mente in questi casi, le associazioni a difesa della donna emetteranno il loro ennesimo comunicato stampa, i Club Service e i circoli culturali organizzeranno la centesima tavola rotonda, l’imbecille di turno invocherà la pena di morte; insomma tutto il circo equestre (per dirla alla Montalbano) che si mobilita in questi casi, farà quel che deve, sarà quel che è.

E questo ogni santo anno, per circa 120 volte (è la media annuale degli ultimi 30 anni). La salvezza per le 120 donne del 2025 non verrà certo dall’inasprimento delle pene (chiunque decida di ammazzare non pensa mai alla pena che subirà, ci pensa dopo semmai) e nemmeno dall’educazione dei giovani a partire dalla scuola e dalla famiglia che avrà effetto nei decenni a seguire, se l’avrà.

La salvezza verrà soltanto quando verrà superato il patriarcato: il vero, autentico assassino di queste povere donne.

E’ il conflitto di potere che ammazza queste donne.

Si fa come dico io o muori.

In questi casi, l’orrore che farisaicamente tutti esprimono, cela – proditoriamente – una struttura sociale che alimenta in maniera aperta, ma ancor più subliminale, il potere dell’uomo sulle donne (da millenni) attraverso la narrazione che viene fatta della figura femminile attraverso i suoi attori: la Chiesa, le religioni, la scuola, l’educazione, gli organi del potere statale (checché ne dica la parità scritta nelle leggi), l’associazionismo e tanto altro ancora.

Nulla Salus Victis almeno per i prossimi 300 anni, se saranno sufficienti.

 

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