Sequestro Preventivo e Abuso Edilizio: Un Caso da Conoscere

Sequestro Preventivo e Abuso Edilizio: Un Caso da Conoscere

Negli ultimi giorni, è emerso un caso piuttosto singolare che solleva dubbi sull’applicazione delle norme in materia di sequestro preventivo e abuso edilizio. La vicenda riguarda un provvedimento di sequestro preventivo emesso nel 2025 per presunti abusi edilizi risalenti al periodo tra il 2014 e il 2019. Il sequestro è stato disposto sulla base di fotografie che documentano materiale rasante e mattonelle, senza però che fossero in corso lavori al momento del sequestro o che fossero presenti lavoratori sul sito. Questa situazione ha sollevato interrogativi su come vengono interpretate e applicate le leggi in materia di abusi edilizi e su come i cittadini possano tutelarsi.

Norme di riferimento:

  1. Art. 321 c.p.p. (Sequestro preventivo)
    Il sequestro preventivo può essere disposto solo se ci sono indizi sufficienti di reato e un pericolo concreto che il bene possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato. In assenza di una perizia tecnica che provi l’abuso edilizio e il pericolo attuale, non sussistono gli elementi necessari per giustificare un provvedimento di sequestro.

  2. Art. 192 c.p.p. (Valutazione della prova)
    La legge stabilisce che le prove devono essere certe, attendibili e verificabili. Le fotografie, seppur utili come elementi indiziari, non sono sufficienti a provare un abuso edilizio recente senza il supporto di una perizia tecnica. Senza una relazione tecnica che certifichi l’effettiva illiceità delle opere, le fotografie rimangono prove deboli e non definitive.

  3. Art. 125 c.p.p. (Motivazione dei provvedimenti)
    Ogni provvedimento restrittivo, come il sequestro preventivo, deve essere adeguatamente motivato. In assenza di una perizia tecnica, la motivazione del sequestro si basa solo su ipotesi o congetture da parte degli organi competenti, non su prove concrete. Una motivazione così generica potrebbe rendere il provvedimento illegittimo.

  4. Art. 8 L. 689/1981 (Principio della prova certa per le sanzioni amministrative)
    Anche per le sanzioni amministrative, che sono meno gravi rispetto a un sequestro, la prova deve essere solida e inequivocabile. Pertanto, l’assenza di perizia tecnica in un caso di sequestro preventivo, che rappresenta una misura molto più severa, mina la legittimità del provvedimento.

Precedenti giurisprudenziali:

Le recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno ribadito che il sequestro preventivo non può essere disposto senza prove concrete del reato. In particolare:

  • Cass. Pen., Sez. III, sentenza n. 40390/2021: Il sequestro preventivo non può basarsi su ipotesi investigative, ma deve essere supportato da prove concrete e verificabili.
  • Cass. Pen., Sez. III, sentenza n. 28528/2019: In materia edilizia, l’assenza di una perizia tecnica impedisce di stabilire la data e l’effettiva abusività dei lavori. La mancanza di una perizia adeguata rende il sequestro privo di fondamento.

La posizione da sostenere davanti al Tribunale del Riesame:

Nel caso in questione, la cittadina coinvolta si sta difendendo sostenendo che:

  1. Mancanza di perizia tecnica: Senza una perizia tecnica che accerti la data e la natura dei presunti lavori, non è possibile dimostrare l’esistenza di un abuso edilizio. Le fotografie da sole non sono sufficienti per stabilire se i lavori siano effettivamente abusivi.

  2. Le fotografie non provano nulla: Le immagini non sono accompagnate da una relazione tecnica che possa distinguere tra interventi edilizi legittimi (come quelli che rientrano nell’edilizia libera) e interventi abusivi. Senza un supporto tecnico qualificato, le fotografie non possono essere considerate una prova solida.

  3. Sequestro basato su ipotesi: La Polizia Municipale non ha fornito una valutazione tecnica qualificata che giustifichi il sequestro preventivo. La motivazione del provvedimento si basa su supposizioni, senza una chiara prova che l’abuso edilizio sia stato commesso. Di conseguenza, la difesa ritiene che il sequestro sia illegittimo.

Conclusioni:

Il caso solleva importanti riflessioni sulla corretta applicazione delle norme in materia di sequestro preventivo e abuso edilizio. In un sistema giuridico che si fonda su prove certe e attendibili, la mancanza di una perizia tecnica qualificata rende difficile giustificare l’emissione di un provvedimento così gravoso come il sequestro preventivo. I cittadini devono essere consapevoli dei propri diritti e dell’importanza di un’adeguata difesa legale in caso di provvedimenti che possano influire sulla loro vita privata e professionale.

In questi casi, è fondamentale che le autorità competenti rispettino la legge e garantiscano che ogni provvedimento sia motivato da prove concrete, evitando che la giustizia si fondi su mere ipotesi o congetture. Solo così si potrà evitare che situazioni come questa, che destano preoccupazioni tra i cittadini, si ripetano in futuro.

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