Manifestazione del FAI alle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero

Manifestazione del FAI alle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero

Di Gaetano Scaltrito

Si è svolto presso le biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero di Catania in data 27/02/2025 un’importante incontro organizzato dal FAI per documentare la storia delle biblioteche. Era presente la dottoressa Rita Angela Carbonaro direttrice della biblioteca che ha raccontato al numeroso pubblico presente la storia della biblioteca; di come i monaci hanno formato la biblioteca soprattutto grazie a donazioni in denaro di gente molto ricca, ma anche di comuni cittadini: infatti a tal proposito il primo documento presente nella biblioteca di un lascito risale al 1315. Ma i monaci benedettini successivamente nel 1741 compreranno di tasca loro manoscritti e una bibbia molto preziosa che tutt’ora si trova nel caveau della biblioteca. Tra i libri presenti occorre soffermarsi sul libro dell’autore Sestili che ci descrive il suo incontro con il principe Biscari e che diventerà suo bibliotecario. Altri libri ci ricordano che nel passato si utilizzava l’acqua del mare della playa di Catania per cure mediche. Oggi gran parte del patrimonio librario della biblioteca grazie alla dottoressa Carbonaro è stato digitalizzato. Al termine del dibattito, abbiamo visitato i locali della biblioteca che grazie ad un restauro recente sono tornati all’antico splendore. Al termine del racconto la D.ssa Melita Leonardi, rappresentante del FAI Scuola ha letto un documento di elogio all’azione della D.ssa Carbonaro che di seguito viene riportato: “Alla carissima dott.ssa Rita Angela Carbonaro: Oggi, siamo qui per celebrare la cura, un concetto tanto antico quanto attuale, un principio che attraversa la storia dell’umanità e si fa tessuto connettivo della nostra esistenza. Questa parola evoca due significati profondi e complementari: “sollecitudine, interessamento premuroso” e “inquietudine, preoccupazione”. Due poli opposti, eppure inscindibili, che definiscono il nostro rapporto con il mondo e con gli altri. Nel linguaggio comune, la cura è spesso ridotta alla sfera clinica, alla terapia che guarisce la malattia. Ma, se torniamo alle radici di questa parola, scopriamo che essa riguarda molto più della salute fisica: la cura è vita, relazione, incontro. In questo prendersi cura, si realizzano una rete di connessioni, una sinergia di forze. Oggi, diremmo che “mettere in relazione” è la condizione imprescindibile per una società che voglia progredire senza dimenticare l’essenza più autentica della propria umanità. Prendersi cura significa costruire, aprire nuove prospettive, non soltanto eliminare il difetto o curare la mancanza. La cura non è solo un’azione ricevuta, ma un dono offerto. “Avere cura” significa essere protagonisti di un incontro autentico tra persone, un gesto che costruisce comunità e rafforza il senso di appartenenza. Questo è lo spirito con il quale, oggi, rendiamo omaggio a Rita Angela Carbonaro e a un luogo speciale. Prendendosi cura della Biblioteca, Rita Angela Carbonaro si è presa cura di noi. La Biblioteca è custode della conoscenza, spazio di condivisione. Nella Biblioteca, si incarna la cura nel suo senso più alto: qui, ci prendiamo cura delle idee, della memoria, del futuro. Chi protegge e valorizza una Biblioteca non solo preserva il sapere, ma si prende cura della comunità intera, offrendo a ciascuno la possibilità di incontrare il pensiero dell’altro, di formarsi, di nutrire la propria umanità. Con profonda gratitudine e rispetto, rendiamo omaggio a lei che, con dedizione e impegno, si è presa cura di questo luogo prezioso. Il suo lavoro non è stato solo un officium, ma un atto d’amore verso la collettività. Grazie alla sua sollecitudine e alla sua passione, la Biblioteca continua ad essere un faro di conoscenza e un ponte tra passato e futuro. Concludo con un pensiero: la cura è il motore silenzioso che regge il mondo. Essa ci lega gli uni agli altri, ci rende responsabili, ci dona forma e significato. E, oggi, in questo spazio della conoscenza, celebriamo non solo un’istituzione, ma il valore stesso del “prendersi cura”, con la certezza che, finché vi sarà cura, vi sarà umanità.”  

 

 

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