Il risultato finale di Picerno-Catania 1-1 può sembrare giusto, ma dietro la parità, c’è una realtà preoccupante che rischia di compromettere le ambizioni di promozione della squadra etnea. La difesa del Catania si conferma un colabrodo, e seppur la buona prova del portiere Farroni abbia evitato il peggio con almeno due interventi decisivi, il problema strutturale rimane. Senza l’imprecisione degli attaccanti avversari e le parate fondamentali del numero uno rossazzurro, il Catania sarebbe potuto uscire dal campo con una sconfitta pesante.
Ma non sono solo i problemi difensivi a far preoccupare. Anche l’impostazione tattica di Mimmo Toscano, purtroppo, non ha convinto. L’allenatore è apparso inerte rispetto ai cambi avversari, come già accaduto in partite precedenti, come quella con il Benevento. La gestione dei cambi da parte del tecnico etneo si è dimostrata palesemente tardiva, offrendo l’ennesima dimostrazione di una squadra che non riesce a reagire nei momenti di difficoltà.
E se l’aspetto tattico non convince, lo stesso si può dire per l’operato della dirigenza. Con una squadra che avrebbe bisogno di una vera e propria rifondazione, i movimenti sul mercato sono stati finora assai limitati: un solo portiere acquistato, nonostante alcune cessioni già siano state fatte. Eppure, nonostante le dichiarazioni di intenti ripetute sulla stampa, il messaggio che arriva è chiaro: sembra che la dirigenza non abbia la minima intenzione di puntare seriamente alla promozione, o almeno non con l’approccio che ci si aspetterebbe da una squadra con ambizioni di vertice.
Insomma, il Catania continua a navigare a vista, con una difesa che affonda, una manovra poco incisiva e una dirigenza che, se non cambia rotta, rischia di compromettere un’intera stagione. Il pareggio con il Picerno è solo l’ultimo episodio di una serie di prestazioni insufficienti che mettono in discussione il futuro del club. Se non si agisce con determinazione, la promozione potrebbe restare solo un sogno lontano.