La mafia, un fenomeno che da decenni affligge il nostro Paese, si è evoluta nel tempo adattandosi ai cambiamenti sociali, economici e politici. Se un tempo la criminalità organizzata era legata principalmente a pratiche violente e a un controllo diretto del territorio, oggi essa si è trasformata in un “traffico” ben più sofisticato di incarichi, consulenze, custodiate (immobili, imprese e risorse varie), dirigenze e assegnazioni. Ma non solo: uno degli ambiti più lucrativi per la mafia odierna riguarda la gestione dei finanziamenti pubblici, in particolare quelli europei.
Questi traffici non sono più limitati a pochi criminali di basso profilo, ma spesso coinvolgono anche figure insospettabili che occupano posti di prestigio e responsabilità in enti pubblici. A sorpresa, tra le persone che finiscono nel mirino delle indagini, ci sono individui che ricoprono ruoli chiave in istituzioni come il Tribunale, la Prefettura, i ministeri e altre amministrazioni pubbliche. Le loro posizioni consentono loro di facilitare l’accesso a incarichi, risorse e appalti, nonché di intervenire nelle assegnazioni di premi e finanziamenti, creando opportunità per le organizzazioni mafiose di infiltrarsi nel sistema pubblico e di sfruttare risorse destinate al bene comune per fini illeciti.
Il legame tra mafia e politica, economia e istituzioni è diventato sempre più difficile da individuare, proprio perché si sviluppa in modo subdolo, spesso camuffato dietro una facciata di legalità. Le figure coinvolte, pur non appartenendo direttamente a gruppi criminali, si prestano a un gioco di compromessi, facilitando la penetrazione delle mafie in settori vitali per la comunità. Le consulenze truccate, la gestione opaca dei fondi pubblici e il controllo delle assegnazioni professionali rappresentano nuovi mezzi attraverso cui la criminalità organizzata riesce a esercitare la propria influenza.
Le indagini delle forze dell’ordine continuano a svelare una realtà sempre più complessa, in cui la mafia non si limita più ad agire nell’ombra, ma si insinua nei meccanismi decisionali che governano la pubblica amministrazione, infettando le fondamenta della legalità. La presenza di “insospettabili” in ruoli di potere e la continua infiltrazione delle mafie nel sistema pubblico costituiscono una minaccia crescente per la nostra società e per la sua capacità di garantire la giustizia e la trasparenza.
In questo contesto, è essenziale che le istituzioni, insieme alla società civile, intensifichino gli sforzi per combattere questa nuova forma di mafia. Non basta più solo agire sui clan visibili: è necessario sradicare il radicamento profondo della criminalità organizzata nelle strutture di potere, proteggendo le risorse pubbliche e assicurando che vengano utilizzate per il benessere collettivo, non per gli interessi di pochi.
La battaglia contro la mafia, quindi, non è solo una questione di arresti, ma di restituire alla società la fiducia nella legalità e nel giusto funzionamento delle istituzioni.