Anche quest’anno, in occasione della tradizionale San Silvestro a Mare a Ognina, uno dei luoghi più caratteristici di Catania, la città si è riunita per una gara di nuoto vigilata dalla Guardia Costiera e dalle autorità politiche locali. Tuttavia, l’evento, che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini, è stato anche un’importante occasione per far sentire nuovamente la voce del comitato cittadino Ognina non si vende, che ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica su temi legati alle concessioni demaniali nella zona, sollevando preoccupazioni per la crescente privatizzazione degli spazi marittimi.
Durante la manifestazione, sono stati esposti numerosi striscioni e cartelli, alcuni dei quali facevano appello alla magistratura catanese affinché vengano indagate le concessioni demaniali rilasciate in maniera ritenuta anomala non solo a Ognina, ma anche in altre località limitrofe come Acitrezza, Aci Castello, Acireale e Riposto. Queste concessioni, secondo il comitato, potrebbero compromettere la fruibilità pubblica delle coste e minacciare l’accesso al mare per i residenti storici della zona, in particolare per i pescatori locali che utilizzano piccole barche per attività non lucrative di pesca dilettantistica.
Un caso emblematico riguarda proprio Acitrezza, dove, all’interno dell’area marina protetta, sono state rilasciate ben quattro concessioni demaniali per l’installazione di pontili galleggianti in un piccolo porto che, nel 2008, risultava già sovraffollato, come evidenziato in un atto scritto dall’allora Delegato di Spiaggia della Locamare di Aci Castello. Nonostante la situazione di congestione, sono stati concessi ulteriori pontili, aumentando la pressione sull’area. La stessa problematica si sta ora ripresentando a Ognina, dove gli spazi liberi per le imbarcazioni dei residenti, che da generazioni usano il mare per fini non commerciali, stanno rapidamente scomparendo. Gli utenti locali temono che l’intera area, un tempo destinata alla pesca e ad attività tradizionali, venga progressivamente privatizzata.
In particolare, al centro delle polemiche c’è la concessione rilasciata alla Tortuga Srl, che ha ricevuto un’area ampliata per l’installazione di nuovi pontili, alimentando il timore che questo possa ulteriormente limitare gli spazi accessibili per i cittadini di Ognina. Questi ultimi, infatti, chiedono che vengano tutelati gli spazi pubblici e che venga evitato che tutte le aree demaniali vengano vendute o concesse a privati a discapito della comunità locale.
A sostegno degli utenti locali, anche Sinistra Italiana ha espresso solidarietà, ribadendo la necessità di un intervento immediato delle autorità competenti. Il partito ha sottolineato l’importanza di garantire un equilibrio tra le esigenze economiche e la tutela degli spazi pubblici e delle tradizioni locali. Inoltre, grazie all’Avv. Montalto, che segue la vicenda con attenzione, si sta monitorando da vicino ogni sviluppo legale della situazione. Il legale sta raccogliendo ulteriori testimonianze di cittadini che hanno motivi di lamentela, con l’obiettivo di portare alla luce tutte le problematiche derivanti da queste concessioni.
Anche la Federazione Armatori Siciliani si è unita al fronte di protesta, sostenendo gli utenti e chiedendo un intervento concreto da parte della politica catanese e della magistratura. Gli armatori chiedono risposte urgenti, soprattutto in vista dell’incontro previsto per il 3 gennaio 2025 con il sindaco di Catania, che rappresenta per molti una speranza di risoluzione. La richiesta principale è quella di tutelare gli spazi liberi, impedendo che vengano “venduti” o “concessi” esclusivamente a privati, ma garantendo l’accesso e l’utilizzo delle coste alle generazioni di pescatori e residenti che, da sempre, ne usufruiscono.
La situazione continua a destare preoccupazioni, e l’attesa per l’incontro con il sindaco è alta. I cittadini, supportati dalle forze politiche e dalle associazioni locali, sperano che finalmente possa essere trovata una soluzione che garantisca la preservazione degli spazi pubblici e l’accesso per tutti, senza compromettere l’identità e la tradizione storica del borgo di Ognina.