Singh Satnam, un giovane immigrato, ha perso un braccio in un incidente sul lavoro ed è stato lasciato agonizzante per strada senza ricevere i soccorsi necessari
È una vicenda agghiacciante quella di Singh Satnam, il giovane bracciante indiano che ha perso tragicamente la vita a causa dell’abbandono e della mancanza di umanità da parte del suo datore di lavoro.
Singh, un immigrato che lavorava in nero presso un’azienda in provincia di Latina, due giorni fa ha subito un grave infortunio: il suo braccio è stato tranciato di netto da un macchinario sul luogo di lavoro. Anziché essere soccorso e accompagnato d’urgenza in ospedale, l’azienda lo ha abbandonato per strada, gettando il suo braccio amputato in una cassetta della frutta accanto a lui.
La povera vittima è rimasta agonizzante, sanguinando copiosamente, fino a quando – dopo un ritardo inaccettabile – è stata finalmente soccorsa. Purtroppo, a causa della perdita di sangue e del lungo tempo trascorso senza ricevere le cure necessarie, Singh è deceduto.
È una storia di indicibile crudeltà, in cui la sete di profitto e il disprezzo per i diritti umani hanno superato ogni limite di umanità. Singh Satnam non è stato abbandonato per le strade per consentire ad altri di soccorrerlo, ma per nascondere la responsabilità di chi lo aveva assunto in nero e lo aveva esposto a gravi rischi sul lavoro.
“Quanto accaduto a Singh Satnam è uno dei casi più atroci di sfruttamento e disprezzo della vita umana che abbiamo mai visto”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione Consumatori ConsItalia. “Chiediamo che venga fatta piena luce su questa vicenda e che i responsabili vengano assicurati alla giustizia. La società non può tollerare simili efferatezze. Possa Dio accogliere e confortare questo nostro fratello, umiliato e abbandonato”.