Arrestati Dirigenti della “Munnizza” di Catania
venerdì 16 Marzo, 2018

L’Inchiesta Garbace Affarire inerente un giro di tangenti che riguardavano la “munnizza “catanese si è chiusa oggi con degli arresti eccellenti tutti ricollocabili al cerchio magico del Sindaco dell’area Metropolitana di Catania in quale è bene dirlo non è assolutamente indagato per questa vicenda. Però suoi fedelissimi sono stati arrestati; Orazio Fazio, responsabile dei Servizi esternalizzati della direzione comunale Ecologia, Massimo Rosso, ragioniere generale del Comune di Catania, ai domiciliari con l’accusa di corruzione, e sospeso anche lui dall’incarico per dodici mesi. le accuse di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Assieme a Loro anche due imprenditori : Antonio Deodati imprenditore Romano e amministratore della società Ecocar a Antonio Natoli dirigente consorzio Senesi e dell’amministratore delegato Rodolfo Briganti. In Pratica i due imprenditori della Munnizza facevano peggio di due commari di un condominio mentre parlavano male l’uno dell’altro nel frattempo corrompevano i due dirigenti del comune; favori in cambio di Computer, telefonini di ultima generazione , affitti di appartamenti a Roma per le figlie e assunzioni di comodo per i fidanzati delle figlie.
In cambio ovviamente i dirigenti chiudevano e facevano chiudere un occhio durante la raccolta dei rifiuti e ovviamente il prezzo della tassa della “munnizza” lievitava, già perché gli aumenti che noi cittadini paghiamo dovevano coprire le malefatte di questi criminali. Le intercettazioni parlano chiaro; «Lui (Deodati, ndr) mi ha detto tante volte: “Minchia, Massimo non mi ha chiesto niente”. Minchia, non gli ha chiesto niente?». L’interlocutore scoppia a ridere: «I figli là, la casa, minchia non gli ha chiesto niente… è un coglione» Natoli fa due conti: «Una casa là gliela sta pagando lui, e non sono 20mila euro l’anno? Moltiplica per il numero di anni».
Il resto delle intercettazioni è sullo stesso piano da dove si evince che i rapporti di forze pendevano tutte dalla parte di Ecocar nonostante la Senesi fosse la Capogruppo.
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