Historica: L’Ambasciata dell’Azerbaigian celebra il Giorno della Vittoria con una serata dedicata a Shusha, 8 novembre 2021.

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Historica: L’Ambasciata dell’Azerbaigian celebra il Giorno della Vittoria con una serata dedicata a Shusha, 8 novembre 2021.

COMUNICATO STAMPA A CURA DELL’AMBASCIATA DELL’AZERBAIGIAN IN ROMA, A CURA DELLA DOTTORESSA BARBARA CASSANI.


L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia ha organizzato, lunedì 8 novembre, in occasione del Giorno della Vittoria, una serata dedicata a Shusha, capitale culturale dell’Azerbaigian, presso il Centro Congressi Roma Eventi, Piazza di Spagna. Ad un anno esatto dalla liberazione di Shusha, che per circa 30 anni era rimasta sotto occupazione delle forze armate dell’Armenia, insieme a circa il 20% del territorio dell’Azerbaigian, la serata ha previsto un articolato programma, con al centro la presentazione di un libro, interamente dedicato a questa perla dell’Azerbaigian, nato dalla collaborazione tra Daniel Pommier Vincelli e Elchin Ahmadov. L’opera ripercorre la storia di Shusha dalla sua fondazione, da parte del khan azerbaigiano del Karabakh, Panahali khan, fino ad oggi, attraversando le diverse epoche di sviluppo e sofferenza e presentandone il considerevole patrimonio umano ed architettonico azerbaigiano, con le numerose personalità azerbaigiane illustri provenienti dalla città, arricchite da un interessante corredo fotografico. Il tutto lascia al lettore un panorama completo della città e della sua appartenenza all’identità azerbaigiana.

L’evento, che ha visto alternarsi al microfono personalità del mondo istituzionale, accademico e culturale, con video e musiche dedicati alla liberazione del Karabakh, si è aperto con il brano “Bayati-Shiraz”, girato durante il festival musicale “Khari Bulbul”, tenutosi quest’anno, dopo una lunga pausa, proprio a Shusha. Tale brano ha un significato simbolico per l’Azerbaigian, poichè durante gli anni di occupazione ha espresso il dolore degli azerbaigiani sfollati di Shusha e da tutti i territori occupati, e il loro desiderio di tornare nelle proprie terre. E’ composto sulle note del mugham, genere musicale tradizionale azerbaigiano, che proprio a Shusha e in Karabakh ha la sua culla, e riconosciuto come patrimonio immateriale dell’UNESCO.

L’apertura è stata scandita dalla lettura di una lettera della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che, con riferimento “a Shusha, capitale culturale dell’Azerbaigian”, ha definito la serata, dedicata alla città, importante per “valorizzare al meglio il suo straordinario patrimonio artistico e culturale”, auspicando “una pace duratura, che consenta di proseguire il processo di ricostruzione, donando stabilità e prosperità all’intera regione.”

A seguire, per primo a prendere la parola Daniel Pommier e, dopo un intervallo musicale con il brano “QarabaghShikastasi”, simbolo musicale del Karabakh, è stato trasmesso un messaggio video di Elchin Ahmadov. Entrambi gli autori hanno introdotto il volume, fresco di stampa, tracciandone peculiarità e punti di forza.

Il pubblico ha poi ascoltato la lista di Schindler di John Williams, eseguito dalla violinista Nasrin Mustafayeva, parte del progetto televisivo “Canta la Patria”, prodotto dalla Televisione statale dell’Azerbaigian nei territori liberati e dimostrazione del livello di distruzione del Karabakh e dello Zangazur Orientale, durante gli anni di occupazione. Ad accompagnare le note un video girato sulle rovine di Fuzuli, liberato dall’occupazione il 17 ottobre 2020.

Ha poi preso la parola l’editore Sandro Teti, che in questi anni ha contributo con il suo lavoro a diffondere in Italia la conoscenza della cultura e della letteratura azerbaigiana. L’editore ha letto al pubblico un messaggio del prof. Cardini, autore della prefazione dell’opera.
Durante l’occupazione, i territori dell’Azerbaigian hanno subito la sistematica distruzione delle proprie risorse naturali. E’ stato il caso anche dell’acqua, come dimostrato dal video musicale che è seguito, girato a Sugovushan, riserva di acqua dell’Azerbaigian, oggetto di gravi rappresaglie durante il conflitto.
Dall’Azerbaigian ha portato la testimonianza degli ottimi rapporti che legano Roma e Baku l’On. Azer Karimli, presidente del Gruppo interparlamentare di amicizia Azerbaigian-Italia nel Parlamento della Repubblica dell’Azerbaigian, che ha ricordato come l’Italia sia stata vicina all’Azerbaigian durante e dopo i 44 giorni di guerra patriottica, simbolo di un’amicizia rappresentata anche dall’intervento del Sen. Stefano Lucidi, presidente del Gruppo interparlamentare di amicizia Azerbaigian-Italia.
E’ stato poi introdotto il brano “Mondo infinito”, girato sulle rovine del distretto di Gubadli, liberato dall’occupazione il 25 ottobre 2020, dopo il quale la parola è andata all’architetto Pietro Laureano, che ha condiviso la sua esperienza nell’ambito dei lavori di restauro della riserva storico-architettonica di Shusha, in corso, in collaborazione con il Ministero della cultura della Repubblica dell’Azerbaigian.
Successivamente il pubblico ha ascoltato l’“Ave Maria” composta da Farhad Badalbeyli, celebre musicista azerbaigiano originario di Shusha, a testimonianza del rispetto dell’Azerbaigian per tutte le religioni e culture nei territori liberati, e del desiderio di vivere insieme in pace,costruendo un futuro più sicuro.
L’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia Mammad Ahmadzada ha chiuso gli interventi, ringraziando i partecipanti e sottolineando la grande importanza di Shusha per il popolo azerbaigiano e del giorno della sua liberazione dall’occupazione, divenuto il Giorno della Vittoria dell’Azerbaigian nella Guerra Patriottica. Tale data, ha dichiarato l’Ambasciatore, ha posto fine all’occupazione dei territori dell’Azerbaigian dall’Armenia e alla sofferenza dei profughi azerbaigiani, che, dopo 30 anni, hanno potuto riunirsi alle proprie terre.
Il brano “O, Patria”, girato al festival “Khari Bulbul”, e, al termine della composizione musicale, le parole del Leader nazionale Heydar Aliyev e del Presidente Ilham Aliyev, hanno concluso questa prima parte della serata. “O, Patria” rappresenta oggi il ripristino dell’integrità territoriale del paese e la grande forza che il suo popolo sta investendo per il “grande ritorno” in questi territori. Le dichiarazioni del Leader Nazionale nel brano, là dove egli dichiarava:“Desidero andare insieme a voi a Shusha. Ci andremo. Credetemi”, così come quelle del Presidente Ilham Aliyevdopo la liberazione: “Cara Shusha sei libera. Cara Shusha, siamo tornati. Cara Shusha, ti faremo prosperare”, lo rendono di particolare spessore.
L’evento, moderato dall’attrice Silvia Salvatori, che ha visto la calorosa partecipazione di un numeroso pubblico, è proseguito con una mostra fotografica su Shusha e un ricevimento.

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