Operazione 12 apostoli- Il “santone” Capuana arrestato

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Operazione 12 apostoli- Il “santone” Capuana arrestato

CATANIA – Il compartimento della Polizia Postale “Sicilia orientale” su delega della Procura Distrettuale di Catania ha eseguito un ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di : Capuana Pietro Alfio – condotto in casa circondariale, classe 1944; Raciti Fabiola classe 1962- ; Giuffrida Rosaria classe 1960, Scarpignato Katia Concetta del 1969 tutte e tre le donne agli arresti domiciliari.
I fatti; tutti gli arrestati sono ritenuti responsabili e accusati di associazione a delinquere, finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori. Gli accusati fanno parte “dell’Associazione Cattolica Cultura ed ambiente” sita ad Aci Bonaccorsi; fondata da Don Cavalli, oggi deceduto, ma che era gestita ,oramai da molti anni dal Capuana Pietro. L’indagine ha tratto iniziativa da una denuncia effettuata da una madre di una minore (anni 15)per i reiterati abusi sessuali sofferti dalla figlia a causa di  Capuana Pietro
La comunità è formata da almeno 5000 adepti e al suo interno tutto funziona come una setta chiusa con al vertice il Capuana a capo di un’organizzazione rigidamente gerarchica, dove veniva affiancato da alcuni altri soggetti denominati al loro interno i 12 apostoli.
La comunità, che si sosteneva vendendo i prodotti agricoli prodotti il loco e lavorati dagli adepti, con incassi di migliaia di euro al mese, era sede da moltissimi anni di atti di violenza sessuale ai danni di minorenni giustificate come azioni mistiche e spirituali aventi valenza religiosa.
La mamma della minore da cui è partita l’indagine ha anche consegnato, al momento della denuncia uno smartphone in cui erano contenute conversazioni in chat utili alle indagini.
Successivamente durante il corso delle indagine anche altre persone offese hanno confermato gli abusi , risalenti negli anni, descrivendo lo stato di totale plagio in cui versavano gli adepti della comunità, era tale la completa sudditanza, che alcune madri delle minori usavano portare le figlie all’interno del gruppo ben consapevoli di quello che succedeva, chiedendo al “santone” di redimere le stesse.
Le investigazioni sia tradizionali che con intercettazioni ambientali, mettono in luce anche il coinvolgimento, da cui scatta la denunzia di associazione a delinquere, delle tre donne la Raciti, Scarpinato, e la Giuffrida le quali avevano il compito di convincere le ragazze a praticare sesso con il “santone” dicendo che era per il loro bene e che era “amore pulito e santo” organizzando dei veri turni dove le ragazze prima pulivano casa poi si occupavano del “santone” lavandolo, per finire con le pratiche sessuali, spesso anche a gruppi. Le vittime poi sottoscrivevano delle “liberatorie” dove si dichiaravano consenzienti .
Se non lo facevano, ho avevano dubbi,  oppure i genitori, venivano messi all’indice dalla comunità e a volte pagavano anche somme di denaro come multa per rientrare nelle grazie del Capuana.
Gli abusi venivano perpetrati non solo a casa del Capuana , ma anche all’interno della comunità in una sala chiamata il cenacolo dove Capuana svolgeva le sue pratiche mistiche come il presunto atto di reincarnazione di un Arcangelo.
Durante la perquisizione sono state sequestrate numerose carte e file dove si evince che le pratiche duravano da oltre 25 anni.

 

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