Con l’Istituto Luce le immagini del Novecento

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Con l’Istituto Luce le immagini del Novecento

CATANIA – Dopo il successo di pubblico e media a Roma, Buenos Aires e Mantova la grande mostra “Luce – L’immaginario italiano” è arrivata nel Palazzo della Cultura a Catania dove rimarrà aperta al pubblico fino al 12 febbraio 2017.
L’esposizione racconta i primi 90 anni dell’Istituto Luce, dalla fondazione nel 1924 a oggi: una delle più grandi imprese culturali del Paese, un luogo di elezione della sua conoscenza storica, e il deposito materiale di memorie, segreti, sogni dell’Italia nel XX secolo e oltre.
A tagliare il nastro sono stati il sindaco di Catania Enzo Bianco e il prefetto Maria Guia Federico. Alla cerimonia inaugurale erano presenti tra gli altri il procuratore generale Salvatore Scalia, il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Pulejo, il rettore Giacomo Pignataro, il direttore dell’Accademia Virgilio Piccari, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, e l’assessore alla Cultura del Comune di Catania Orazio Licandro e, per l’Istituto Luce, il presidente Roberto Ciccuto e il direttore Enrico Bufalini.
«Una mostra che mette insieme memoria ed emozioni profonde e narra la storia del nostro Paese attraverso i volti di uomini, donne, bambini e anziani – ha sottolineato Bianco -. Nell’ampia sezione della mostra dedicata a Catania vi sono immagini filmate di grande impatto emotivo, in particolare con l’Etna e le sue eruzioni e con la festa di Sant’Agata. Per questa iniziativa di straordinario livello organizzata con la collaborazione del Comune di Catania nello scenario unico del Palazzo Platamone, mi sento dunque di rivolgere un invito forte, caldo, caloroso a tutti i siciliani perché vengano a vedere queste immagini del nostro passato, perché un popolo senza memoria non ha futuro. Inoltre con i rappresentanti dell’Istituto e in particolare con il curatore Roland Sejko si stanno ipotizzando iniziative collaterali sulla Catania del cinema».
«Ho visto – ha detto Ciccuto – una grande emozione negli occhi del sindaco Bianco e dei presenti. L’archivio Luce possiede immagini che rappresentano non solo la memoria del Paese ma anche di ogni singolo luogo italiano, compresa quella città splendida che è Catania. Da quando mi occupo dell’Istituto ho cercato di togliere la polvere perché un museo che conserva senza aprirsi al mondo è inutile e la memoria è importantissima e dobbiamo divulgarla nel modo più ampio possibile».
Immagini uniche, quelle inserite nella mostra, che riguardano in particolare il ventennio fascista e che fanno parte di un fondo dichiarato dall’Unesco Patrimonio della Memoria.
«Quando l’Istituto Luce – ha aggiunto Cicutto – è uscito dal periodo oscuro in cui era considerato cassa di risonanza della propaganda del regime fascista, i miei predecessori hanno avuto l’intelligenza di non buttar via il bambino con «L’esposizione – ha concluso l’assessore alla Cultura Orazio Licandro – è ricchissima e avvincente e racconta attraverso le immagini una storia del popolo italiano degli ultimi novant’anni. Una storia complessa, densa e terribile: dalle campagne alle città, dai mestieri alla politica, dal ventennio fascista alla sua ferrea propaganda, alla seconda guerra mondiale, dalla vittoria degli alleati alla ricostruzione del dopoguerra. Si tratta dunque di un appuntamento da non perdere soprattutto per le giovani generazioni che potranno confrontarsi con un passato apparentemente remoto eppure vicinissimo».
L’esposizione è ideata e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e della Regione Lazio, e in collaborazione con Roma Capitale. È curata da Gabriele D’Autilia (curatore scientifico e testi) e da Roland Sejko (curatore artistico e regia video). L’organizzazione generale è di Comunicare Organizzando.
Per raccontare questa evoluzione, Luce – L’immaginario italiano si muove su due binari ideali: come l’Italia si è rappresentata nei decenni attraverso le immagini del Luce, e come l’Italia si è rivelata, confessata, svelata attraverso e nonostante le immagini delle sue rappresentazioni ufficiali. Dal suo esordio il Luce ha provveduto a rivelare l’immagine degli italiani a loro stessi, e a fornire una conoscenza di base del Paese. Grazie ai ‘cinegiornali’ Luce, milioni di cittadini dagli anni ’20 in poi hanno potuto vedere e scoprire per la prima volta città, geografie lontane, popolazioni sconosciute, forme sociali e culturali differenti. La nascita di un’opinione pubblica in Italia passa di qui, insieme alla stessa formazione di ‘luoghi comuni’. È su questo terreno condiviso ed elementare che il fascismo poté promulgare le sue propagande e il suo controllo. Ma anche che il Paese uscito dalla Guerra riuscì a testimoniare gli sforzi e la spinta civile della ricostruzione, e gli sviluppi di una nuova società democratica e di massa avviata alla modernità. Di questo aspetto educativo, informativo e propagandistico, il Luce fornisce milioni di documenti. Il Paese ‘si mette in posa’. Ma la mostra racconta anche il rovescio di quell’immagine. Per la natura realistica del cinema e della fotografia, allo spettatore di ieri, e ancor più a quello di oggi, non poteva e non può sfuggire la retorica (e a volte la goffaggine) delle ‘pose’ di Mussolini nei suoi comizi; o la povertà e la fatica dei contadini messi in scena sorridenti davanti all’obiettivo, e lo sconforto dei soldati in una guerra che si raccontava trionfale, mentre si subiva una sconfitta. E l’ironia di uno speaker sulle donne lavoratrici negli anni ’50, la compostezza dei rappresentanti dei partiti politici, i volti allegri dei giovani in una festa o in una manifestazione, rivelano in controluce i sommovimenti e le richieste di una nuova età di diritti. In tutti questi rovesci dell’immagine il Paese svela e confessa il suo intimo. Il suo immaginario.
Nel racconto di questo autoritratto della nazione, “Luce – L’immaginario” italiano è concepita con un approccio espositivo non statico, ma come un flusso continuo di immagini. Il percorso parte dal concetto e dalla forma di ‘strip’: grandi pannelli organizzati secondo un ordine tematico-cronologico, su cui in più di 20 schermi sono proiettate speciali videoinstallazioni, montaggi realizzati ad hoc di centinaia di filmati dell’Archivio storico Luce. Accanto alle immagini in movimento, più di 500 splendide fotografie dell’Archivio fermano dettagli e momenti significativi, mentre pannelli di testo approfondiscono l’analisi storica e linguistica dei video. Un percorso visivo e uditivo di notevole impatto, che fa sì che ogni visitatore si confronti con un’immagine differente, e in cui ciascun video dialoga con quelli vicini per analogie e differenze. Una serie di parole-chiave lega l’itinerario. Si va così dagli anni ’20 di città/campagna, ai ’30 di autarchia, uomo nuovo, architettura, censura e propaganda. Si arriva a Guerra e rinascita, Cassino (icona della brutalità distruttiva delle guerre), vincitori e vinti (con sequenze poco conosciute e straordinarie, anche a colori, dell’ingresso degli alleati non solo a Roma, ma anche nelle profondità del Paese) modernità/arretratezza (un parallelo significativo di immagini dell’Italia anni ‘60), giovani, economia, corpi politici, neotelevisione, e tante altre.
Alcune speciali ‘camere’ mostrano aspetti specifici e suggestivi. La camera delle meraviglie è un omaggio ai viaggi per il mondo compiuti dagli operatori Luce; la ‘camera del Duce’ disegna un’imperdibile antologia delle retoriche e dei silenzi di Mussolini, ed è contrapposta alla stanza del Paese reale, un commovente viaggio nei volti degli italiani negli anni ’30.
L’ultimo spazio dell’esposizione è infine interamente dedicato al Cinema: con centinaia di foto di registi, attori, set, e una preziosa selezione di trailer e backstage di film.

Indirizzo:
Palazzo della Cultura – Via Vittorio Emanuele II, n. 121 – Catania
Orario: dal lunedì al sabato 9.00-19.00, domenica e festivi 9.00-13.00 (ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura).

Per informazioni:
http://www.cinecitta.com/IT/it-it/news/45/5023/luce-l-immaginario-italiano.aspx, – tel. 06/6780664

https://www.facebook.com/pages/Assessorato-alla-Cultura-Comune-di-Catania/117320575043517 – tel. 095/7428008 – 38

Ideata e realizzata da: Istituto Luce-Cinecittà
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Con il patrocinio di: Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e Regione Lazio
In collaborazione con: Roma Capitale
Si ringrazia: Ferrovie dello Stato, Eni
Curatore scientifico e testi: Gabriele D’Autilia
Curatore artistico e regia video: Roland Sejko
Responsabile del progetto: Maria Gabriella Macchiarulo
Ricerche iconografiche e documentazione cartacea: Patrizia Cacciani
Montaggio video: Luca Onorati
Progetto Multimediale: Riccardo Mazza – Interactivesound s.r.l. Torino
Media partner: Repubblica.it
Organizzazione generale: Comunicare Organizzando S.r.l.

Il volume ‘LUCE – L’immaginario italiano’, a cura di Gabriele D’Autilia, è pubblicato da Rai Eri con Istituto Luce-Cinecittà

Nato nel 1924 come L.U.C.E., L’Unione Cinematografica Educativa, con l’intuizione e l’intento di raccontare l’attualità del Paese, della sua società e del mondo attraverso l’ancora nuovo linguaggio delle immagini in movimento, e ribattezzato con Regio decreto l’anno seguente, l’Istituto Nazionale Luce venne presto sostenuto con forza e controllato da Benito Mussolini, che ne comprese e sfruttò le enormi potenzialità divulgative e politiche. Dopo 90 anni e una vicenda che ha accompagnato in parallelo e continuità tutta la recente Storia d’Italia, quell’intuizione è diventata oggi la più antica istituzione di cinema pubblico al mondo e, con un archivio di decine di migliaia di filmati e tre milioni di fotografie, un patrimonio di immagini impareggiabile per quantità e ricchezza di temi. Tanto da meritare nel 2013 l’ingresso per il fondo ‘Cinegiornali e fotografie dell’Istituto Nazionale L.U.C.E.’ nel Registro Memory of the World dell’UNESCO. Un bene italiano divenuto bene mondiale.

Didascalie

1.Alcune donne in costume catanese partecipano al “Corteo dei costumi nazionali” organizzato in occasione delle nozze del principe di Piemonte Umberto di Savoia e di Maria Josè del Belgio, 1930

2.Dal set de “La dolce vita” – 1959

3. Due militari dell’aeronautica tedesca si intrattengono con alcuni bambini nel centro di Catania, 1941

4.Foto reparto guerra Riservate – Africa settentrionale – 1941

5. Gregory Peck a Roma – 1959

6. Gruppo di donne eritree – 1934

7. Inverno sull’Etna, 1930

8. La scuola falegnami-ebanisti presso L’Ospizio di Beneficenza Maschile di Catania, 1951

9. L’ingresso di Cinecittà

10. Mussolini nuota a Roma – 1934

11. Ostia – Stabilimento balneare – 1931

12. Proiezione cinematografica dell’Istituto Luce a Roma – 1932

13. Sul set de ‘Le fatiche di Ercole’ – Steve Reeves, Fulvio Carrara, Sylva Coscina – 1958

14. Il sindaco Bianco e il prefetto Federico

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