La mostra di Giuseppe Sciuti a Palazzo degli Elefanti

Home Cultura La mostra di Giuseppe Sciuti a Palazzo degli Elefanti
La mostra di Giuseppe Sciuti a Palazzo degli Elefanti

Venerdì prossimo alle 18 l’inaugurazione. Il sindaco Bianco: “Un messaggio forte ad una città che vuole valorizzazione il suo patrimonio artistico e culturale e che vuole tornare ad essere un luogo in cui c’è attenzione nei confronti della cultura”. La soprintendente Patané: “Abbiamo prodotto, in maniera sinergica, questo risultato di alto livello culturale, frutto di una ricerca attenta e adulta”. L’assessore Licandro: “Sono pochi i palazzi comunali al mondo con le stesse caratteristiche del nostro”. Da venerdì 23 disponibile l’app “Pinacoteca degli Elefanti” su Play Store e App Store. Sabato 24, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 21, e domenica 25 settembre, dalle 10 alle 13, Palazzo degli Elefanti sarà aperto ai visitatori.

«Palazzo degli Elefanti diventa un museo, aperto e fruibile ai cittadini». Così il sindaco di Catania Enzo Bianco ha aperto la conferenza stampa dipresentazione della mostra permanente del pittore Giuseppe Sciuti che sarà ospitata in Municipio con l’inaugurazione che avverrà venerdì prossimo, 23 aprile 2016, alle ore 18,00. Con lui c’era la soprintendente ai Beni Culturali Maria Grazia Patané, l’assessore comunale alla Cultura Orazio Licandro e l’ingegnere Achille De Pasquale CTO di Arm23, l’azienda che ha realizzato l’app “Pinacoteca degli Elefanti” per meglio “osservare” i dipindi esposti.
«Il Comune di Catania – ha detto il sindaco Bianco -, facendo squadra con diversi soggetti istituzionali a partire dall’assessorato regionale ai Beni Culturali, ha realizzato una serie di iniziative di grande valore e intensità. Un messaggio forte ad una città che vuole valorizzazione il suo patrimonio artistico e culturale e che vuole tornare ad essere un luogo in cui c’è attenzione nei confronti della cultura. Con un’azione di recupero, oltre a quelle già presenti, delle sue opere più importanti, venerdì prossimo sarà inaugurata la mostra permanente del pittore Giuseppe Sciuti. Sabato 24, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 21, e domenica 25 settembre, dalle 10 alle 13, Palazzo degli Elefanti sarà aperto ai visitatori che potranno ammirare i dipinti ma anche le altre bellezze che vi sono custodite».
Una consuetudine, quella dell’apertura del Palazzo ai cittadini, voluta dal sindaco Bianco, che negli ultimi anni si è ripetuta in maniera costante e in diverse occasioni.
«Siamo orgogliosi – ha detto la soprintendente Patané – di avere prodotto, in maniera sinergica, questo risultato di alto livello culturale, frutto di una ricerca attenta e adulta. Un’attività di ricerca che ha riportato questi 12 dipinti di Giuseppe Sciuti realizzata anche grazie al nostro storico dell’arte Luisa Paladino con la collaborazione di Carmela Cappa, Maria Busacca, Roberta Carchiolo, Maria Grazia Patti e dei fotografi Antonio Corselli e Gaetano Gambino».
«Sono pochi i palazzi comunali al mondo – ha precisato l’assessore Licandro – con le stesse caratteristiche del nostro. Questa mostra lo sancisce in maniera definitiva».
Sono passati circa 25 anni dal concepimento della prima mostra di Sciuti a Palazzo degli Elefanti al concepimento della seconda sono trascorsi circa 25 anni : anche allora il sindaco era Enzi Bianco.
Le dodici opere di Sciuti esposte sono: “La vedova”, “La tradita”, “L’ingresso di Gionmaria Angioj in Sassari”, L’abate Meli”, “Episodio della spedizione di Carlo Pisacane a Sapri”, “Restauratio Aerarii”, “L’altalena”, “San Sebastiano dopo il primo martirio”, “L’adultera”, “Presepe”, “La verità scoperta dal tempo”.
“Arm23 ha realizzato l’app “Pinacoteca degli Elefanti”, che sarà rilasciata su Play Store e App Store in occasione dell’inaugurazione. I visitatori della mostra avranno infatti la possibilità di accedere in maniera totalmente gratuita alle sale più belle del palazzo comunale e di essere assistiti nella scoperta delle preziose opere da un mezzo rivoluzionario, comodamente custodito nel loro smartphone. L’app “Pinacoteca degli Elefanti” è infatti il primo passo di un percorso di modernizzazione e potenziamento dei circuiti turistici della città di Catania.
“Grazie a “Pinacoteca degli Elefanti” – spiega l’ingegnere Achille De Pasquale CTO dell’azienda – – la visita ai tesori artistici del Palazzo si trasforma in un’esperienza stimolante e divertente. Tramite un’interfaccia di semplice utilizzo, il visitatore può personalizzare il suo tour tra le splendide sale comunali e farsi guidare da una mappa interattiva alla scoperta dei dipinti di Giuseppe Sciuti”.
Una volta davanti al’opera selezionata, si può usare l’app per scansionarne la fisionomia e ricevere informazioni accurate riguardanti la loro realizzazione, l’artista che le ha ideate e il periodo storico e artistico di riferimento. Tutto sullo smartphone. La scoperta con l’app non si limita però alle opere pittoriche. Con “Pinacoteca degli Elefanti” oggi si può anche scansionare e riconoscere opere architettoniche e monumentali nell’affascinante cornice di Piazza Duomo.

NOTA SU GIUSEPPE SCIUTI (da Wikipedia)

Giuseppe Sciuti nasce il 26 febbraio 1834 a Zafferana Etnea (CT) da Salvatore, farmacista, e Caterina dei baroni Costa di Acireale.
Sin da ragazzo dimostra una spiccata attitudine per il disegno e i colori, e viene affidato allo scenografo Giuseppe Distefano, passando poi alla scuola del pittore Giuseppe Rapisardi, dove studia ornato e prospettiva, e di Giuseppe Gandolfo, il quale gli consiglia di recarsi a Roma o a Firenze per affinare la sua tecnica.
Ma l’eruzione dell’Etna del 1852 distrugge i poderi paterni, notevole fonte di reddito, e ciò gli impedisce di proseguire gli studi fuori dalla Sicilia e lo costringe a guadagnarsi da vivere presso un decoratore acese, Giuseppe Spina. È in questi anni che comincia a dipingere le prime sue importanti opere, benché ancora stilisticamente immature; tra queste sono da ricordare L’eruzione dell’Etna (1852), conservato nel Palazzo del Municipio del suo paese natale, e San Giuseppe col Bambino (1854), pala d’altare della chiesa madre di Zafferana.
Sciuti comincia a produrre lavori ben apprezzati, tanto da meritare dal Comune di Catania l’assegnazione di una borsa di studio, che gli permette di recarsi a Roma e a Firenze con la volontà decisa di perfezionarsi e di affermarsi. In breve le sue tele acquistano un valore altissimo, prendendo nelle esposizioni d’arte un posto di rilievo e premi cospicui. Comincia così a viaggiare, fermandosi nelle città più importanti (Napoli, Sassari, Lugano, Londra), e ricevendo l’apprezzamento dei migliori artisti.
Nel 1888 espone a Londra presso il Palazzo di Cristallo molti quadri che attirano l’interesse degli inglesi ed invogliano il colonnello F. T. North ad acquistarli tutti per un valore di diecimila sterline.
Nel 1896 torna a Catania per affrescare la volta e la cupola della Basilica Collegiata; nello stesso periodo produce moltissime altre opere, tra cui un grande dipinto, Il Benessere e le Arti, custodito presso il Palazzo Municipale di Zafferana Etnea, e la Madonna dei Bambini, opera molto delicata conservata presso la chiesa Sant’Agata la Vetere di Catania.
Nel 1902 gli vengono commissionati diversi lavori ad Acireale, dove affresca le volte del Palazzo Calanna, della cappella dei baroni Pennisi di Floristella e della cattedrale.
Muore a Roma il 13 marzo 1911, nell’abitazione di Via de’ Villini fuori porta Pia, a 77 anni compiuti.
Sciuti, di bassa statura fisica (circa 1,50 m), amò paradossalmente dipingere tele di vaste dimensioni, solitamente di 5 × 8 m; i suoi più grandi dipinti furono però il telone del teatro massimo di Catania Il trionfo dei catanesi sui libici (12 × 14 m) e di quello di Palermo Uscita di Ruggero I dal Palazzo Reale (14 m di base).
La sua produzione fu numerosissima; non c’è importante pinacoteca pubblica del mondo che non possegga un lavoro di Sciuti, come non c’è prestigiosa collezione privata di quadri dell’Ottocento che non ne abbia qualcuno a sua firma.
Nell’ultimo periodo Giuseppe Sciuti predilesse la rappresentazione di grandi fatti storici e di battaglie celebri.
Viene ragionevolmente considerato come il maggiore affreschista meridionale dell’Ottocento.

Condividilo:

Lascia un commento