Incontriamo Riccardo Pellegrino canditato Sindaco a Catania

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Incontriamo Riccardo Pellegrino canditato Sindaco a Catania

Il perché di questa scelta della lista civica dopo aver militato nelle file del centro destra?
Ho deciso di correre per la carica di sindaco con un mio progetto perché non mi riconosco più nei vertici locali di Forza Italia, il partito a cui ho aderito oltre dieci anni fa e in cui sono cresciuto politicamente. La ragione di questa scelta è legata al fatto che a livello locale il partito paga uno scotto pesante in termini di confronto e di dialogo. Inoltre, oltre al dibattito interno, non c’è programmazione e strategia. Carenza pagata con scomparsa del gruppo consiliare a palazzo degli Elefanti e dallo scarso peso della lista di Fi visto che è priva dei big del partito che hanno scelto di candidarsi in liste civiche.
Per quale motivo gli elettori la debbono votare?
“Per una semplice ragione: noi andiamo controcorrente, Noi non siamo per nessuno dei passati che hanno portato al tracollo della città. il nostro è un progetto in discontinuità con qualunque amministrazione precedente, sia di centrodestra che di centrosinistra. Catania ha bisogno di un sindaco che rappresenti anche la città che è stata abbandonata. Io voglio essere anche il sindaco dei cosiddetti quartieri popolari abbandonati dalle Istituzioni e che patiscono maggiormente la crisi. È il momento di voltare pagina, di andare oltre di rivalutare le risorse locali figlie di questa comunità con il supporto e l’ausilio delle prestigiose nomine assessoriali che la nostra lista propone.
Cosa ha di bisogno San Cristoforo?
“Di tutto, così come la maggior parte dei quartieri che come ho già detto sono stati abbandonati a loro stessi. Quartieri dove disoccupazione e criminalità spesso vanno a braccetto. A pagarne le conseguenze sono maggiormente le fasce disagiate della popolazione e i giovani. Per i catanesi in difficoltà pensiamo a misure mirate come buoni pasto comunali alle famiglie con reddito zero, sostegno a madri nubili e padri separati e agevolazioni alle famiglie indebitate. Per i giovanissimi, invece, non esistono spazi per fare sport, per fare aggregazione. C’è stata una scarsa volontà della politica di fare qualcosa, molti giovani disoccupati finiscono nell’illegalità. I giovani sono il nostro futuro e vanno sottratti dai rischi della strada e sostenuti creando le condizioni per poter trovare un’occupazione e mettere su famiglia e casa. A tal proposito punteremo molto sul social housing e sul mutuo sociale per le giovani coppie. Due strumenti che permetteranno anche di rendere meno drammatica l’emergenza abitativa”.
Che caratteristiche hanno gli assessori che ha designato?
Sono professionisti, persone per bene, con le mani libere. Sono appassionati della nostra città e vogliono mettersi al servizio del bene comune. Hanno le carte in regola per prendere le decisioni liberi dal peso dei partiti. Il professore Giacomo Dugo, 68 anni, è ordinario di Chimica degli Alimenti all’Università di Messina di cui è pro rettore ed è componente del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA). Enrico La Delfa, 63 anni, è medico chirurgo specialista in psichiatria e medicina legale presso il Dipartimento di Salute mentale dell’Asp 3 di Catania ; Fabio Ursino, 31 anni, responsabile commerciale di un’importante società finanziaria.
Il suo programma abbraccia la città, con il bilancio vincolato  per 30 anni come conta attuarlo?
Attraverso i fondi europei. Utilizzando le risorse che l’Unione europea mette a disposizione del sud Europa e che in gran parte sono state e vengono sprecate. Poi attraverso la valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale, mettendo in campo adeguate e performanti formule di mercato, con bandi appositi per giovani imprenditori che abbiano idee innovative nel settore di turismo, cultura e spettacolo. Puntiamo anche ad offrire garanzie e agevolazioni a investitori locali e soprattutto stranieri che si presentino con idee imprenditoriali con alte ricadute occupazionali.
La sua versione del video, mandato in onda dalle Iene?
Il servizio è del tutto diffamatorio, come si evince già dal titolo, “Il candidato sindaco al servizio del clan”, in quanto delinea un rapporto di parentela non corrispondente al vero. Io sono incensurato, privo di carichi pendenti, ma il mio nome, in piena campagna elettorale, è stato deliberatamente accostato a un clan mafioso con lo scopo di arrecare un danno alla mia immagine e alla mia reputazione, travisando il dato reale della mia amicizie, che risale all’infanzia, con Carmelo Mazzei, figlio di Sebastiano. Carmelo è un giovane incensurato che da tempo ha preso la via del sacerdozio in una città lontana da Catania.
Pellegrino sindaco, i primi 100 giorni?
Mi concentrerei su tre fronti, partendo dalla questione bilancio a cui è legato il futuro della città. Dopo tutte le bocciature subite dall’amministrazione Bianco da parte della Corte dei Conti, è  il tema più delicato da affrontare. Dovremo migliorare la distribuzione dei fondi nei capitoli di bilancio, e accertare debiti e crediti comunali, verificandone l’esigibilità. La seconda priorità è ridare fiato alle casse comunali e all’economia cittadina. Istituirei così un tavolo di lavoro con parti produttive e sociali per l’introduzione di una moneta complementare “Il grano dell’Etna”. La nuova moneta stimolerà i consumi di prossimità, darà una rinnovata immagine al commercio nel centro storico e nei negozi convenzionati, porterà il turista ed il cittadino a incrementare i consumi locali, migliorando sia le casse cittadine che il risparmio per le imprese”. Infine, affronterei in maniera decisa la questione viabilità. Metterei attorno allo stesso tavolo i vertici dell’Amt e di Fce per studiare un nuovo piano integrato dei trasporti pubblici, il cui potenziamento è condizione fondamentale per liberare il centro della città dalla morsa del traffico veicolare.

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