Defencewalls: oltre la musica, un’altra musica

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Defencewalls: oltre la musica, un’altra musica

CATANIA – “Incontri Sonori” è il tema con cui si è svolta la performance musicale del duo Defencewalls, ospiti in una delle sale del palazzo Platamone, organizzato e patrocinato dall’Associazione Shamar Vision di Catania (nella figura di C. Samuele Schillaci), grazie alla concessione dell’Assessorato ai Saperi e alla Bellezza Condivisa del Comune di Catania (che opera con sensibilità e attenzione per le iniziative culturali che fioriscono nel capoluogo etneo). La performance si è svolta come un incontro tra due momenti distinti tra loro, il primo come video-musicale, l’altro dall’aspetto più conferenziale, avente lo scopo di esplicitare gli obiettivi proposti. Il duo musicale dei Defencewalls, formato da Fabio Costantino (Sax ed Ewi Akai) e Alessandro Conti (chitarre elettriche), si è esibito accompagnando la proiezione di un video musicale composto dallo stesso. La musica dei Defencewalls è elettronica, i cui timbri avveniristici afferiscono ad una immaginazione futuristica ricca di varianti armoniche e ritmiche. Le immagini del video proiettate su un grande schermo scorrevano suggestivamente riproducendo delle emozioni forti e le sensazioni degli spettatori si completavano nel turbinio incalzante della tetrafonia degli altoparlanti, disposti nei quattro angoli della sala. Questa dimensione sonora, prediletta per le composizioni estemporanee del duo Defencewalls, è il fulcro nella parte compositiva, poiché, come affermato nella premessa del discorso introduttivo alla performance, non si tratta d’improvvisazione in senso tradizionale del termine jazzistico, ma di uno sviluppo tematico che si forma prediligendo il suggerimento che i timbri sonori producono durante la loro esecuzione apparentemente casuale, diventando invece causali. Questi “appaiono” come dei segmenti timbrici informi, rimodulati, schematicamente, si ricollocano in frammenti compositivi che assumono delle caratteristiche precise, in altre parole, tratti compositivi. L’insieme di questi tratti compositivi, come sequenze, forma il linguaggio discorsivo che la musica assume evidenziando determinate vibrazioni e certe risonanze. Inoltre, si può aggiungere inoltre che durante l’esecuzione musicale si possono utilizzare alcuni stili, come quello jezzistico, i cui linguaggi non comportano un uso predeterminato e prediletto. Si potrebbe dire che la loro musica “transita” attraverso diversi stili musicale senza soffermarsi molto, affermazione che s’identifica col modello così chiamato “Transilismo”, ossia un transito stilistico ed estetico. Questo termine Transilisme (usato in onore al pittore francese Luois Cattiaux e coniato proprio dall’artista francese) indica un’arte che attraversa il formalismo stilistico in se. Quando ancora all’inizio del ventesimo secolo la pittura guardava alla forma, il “Transilismo” accolse l’estremismo dialettico della corrente del Dadaismo di Duchamp (ancor prima che l’avvento della pittura surreale divenisse una vera corrente stilistica fondata da André Breton).
L’idea musicale dei Defencewalls libera, come loro affermano, un certo estro nascosto che è in ogni artista, guardando con assoluta ispirazione alle infinite possibilità che l’elettronica offre. Non è un problema per loro l’uso, più o meno, di certe dissonanze e di certi timbri digitali. Secondo il loro pensiero l’artista, che con il suo estro predispone certi frammenti timbrici facendone dei veri e propri momenti compositivi, ha la possibilità di fruire per esempio di certe spazialità dei riverberi digitali di oggi, le cui potenzialità e definizione vanno oltre ogni immaginazione. Dunque, non è un fatto pregiudizievole esteticamente la scelta di tale idea compositiva, poiché ciò che riguarda il fulcro del loro modo di intendere la musica riguarda soltanto il suo contenuto timbrico e non il contenitore, che risulta infatti essere soltanto uno strumento. La scelta del nome Defencewalls non deve indurre a pensare dei muri di difesa di un qualcosa di reale, ma di un ambiente immaginario, in cui la creazione dei suoni e le loro frequenze accolgono, come in un ventre materno, l’esperienza vibrazionale della musica in un intimo abbraccio tra i musicisti e gli astanti, diventando un unico corpo risonante. L’incontro è stato apprezzato dal pubblico, che ha omaggiato la performance con un lungo applauso. In effetti, è apparso sorprendente il poco convenzionale approccio iniziale alla performance, quando una certa curiosità e un certo stupore iniziale hanno accompagnato l’inizio della presentazione in cui si è approfondito il tema dibattuto delle vibrazioni sonore e delle risonanze. Certamente non si concluderà qui questa breve apparizione dei Defencewalls, poiché è in itinere un lungo progetto che li vedrà partecipi di altre performance, anche all’estero.
Defencewalls ha precisato che ha inteso ringraziare la ditta Cappellani Strumenti musicali di Catania per la cortesia nell’aver messo adisposizione alcune apparecchiature dell’impianto di diffusione sonora.

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